Manovra, bonus assunzioni: i soldi bastano soltanto per sei mesi
Non solo la stangata su Tfr e fondi pensioni, non solo lo sconto Irap a metà, non solo il prossimo aumento Iva: la manovra di Matteo Renzi nasconde anche un'altra amarissima sorpresa (o l'ennesima bugia, fate voi). Si tratta delle novità in tema di assunzioni, presentate come "novità epocali" e che, invece, si potrebbero rivelare una farsa. Il premier aveva annunciato la decontribuzione totale per tre anni sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato, una misura cruciale per favorire l'occupazione giovanile. Peccato però che a meno di aggiustamenti alla Camera, dove l'iter del ddl comincerà la prossima settimana, questa decontribuzione non sia affatto totale. Nelle pieghe del decreto - Lo sgravio c'è, ma l'articolo 12 del testo fissa un tetto di 6.200 euro l'anno, che corrisponde a una retribuzione lorda annua di circa 19mila euro, pari a 1.200 euro netti al mese. Un livello che copre sì la gran parte delle retribuzioni d'ingresso, peccato però che il limite maggiore della misura sia costituito dallo stanziamento dello sgravio. Infatti, nel medesimo articolo 12, si parla di "un miliardo per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017". Sommando le risorse che verranno dalla soppressione degli sconti sulla stabilizzazione degli apprendisti e sull'assunzione di disoccupati da più di 24 mesi, secondo il governo, si arriva a 1,9 miliardi. Una somma con la quale, però, come fa notare il Corriere della Sera, le aziende potrebbero assumere poco più di 300mila persone. Il conto è presto fatto: 1,9 miliardi diviso 6.200 euro fa 306.451 euro. Peccato però che secondo i dati del ministero del Lavoro in un anno vengono attivati circa 1,5 milioni di contratti a tempo indeterminato (nel 2013 sono stati 1.584.516). I conti, insomma, non tornano: i fondi stanziati potrebbero andare esauriti già nella prima metà del 2015. Assunzioni defiscalizzate? L'ennesima balla di Renzi.