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Pensioni d'oro, sì al tetto ma soltanto dal 2015

Gian Marco Crevatin
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Arriva un tetto alle pensioni d'oro dei funzionari pubblici: lo prevede un emendamento del governo alla legge di Stabilità approvato dalla commissione Bilancio alla Camera per sanare una falla della riforma Fornero. "Dal primo gennaio 2015 i nuovi liquidati e quelli in essere saranno sottoposti ai medesimi tetti pensionistici". È quanto prevede il sub emendamento che "colpisce" gli alti funzionari pubblici, magistrati, docenti università pubbliche e medici.  L'emendamento - La proposta di modifica prevede che "in ogni caso, l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti" con il regime retributivo, "computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l'anzianità contributiva necessaria al conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della pensione". Tale riforma consente infatti un cumulo per chi è passato dal sistema retributivo al contributivo, dal quale trarrebbero beneficio funzionari pubblici con trattamenti molto elevati. Il tetto si applica anche ai trattamenti pensionistici già liquidati al momento dell'entrata in vigore della legge di stabilità, con effetto a decorrere dal 2015. Dal 2015 - A circoscrivere la platea dei funzionari pubblici che vedranno ridursi il proprio trattamento pensionistico a partire dal 1 gennaio 2015 è subemendamento del relatore, che chiarisce che la misura si applicherà anche a quanti siano già andati in pensione prima dell'entrata in vigore della legge di stabilità. Saranno interessati i grand commis della Pa che abbiano scelto di lasciare il lavoro dopo i 70 anni di età, come medici, magistrati, docenti, universitari.

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