Cerca
Cerca
+

Renzi dà una mano a Silvio contro Fitto

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

Quando parla con loro, quantifica così le truppe: diciotto senatori sicuri e trenta deputati. «Ma diventeremo molti di più, se andranno avanti così», dice. Raffaele Fitto controlla quasi un terzo dei gruppi parlamentari di Forza Italia: gli azzurri sono infatti 60 a Palazzo Madama, cui si aggiungono i 15 di Gal, 70 a Montecitorio.Tra di loro ci sono Daniele Capezzone, Renata Polverini, Vincenzo D'Anna, per citarne alcuni. Gli «altri», cioè gli ortodossi che seguono Denis Verdini, sono i restanti. Un'altra decina di parlamentari tengono una posizione “ballerina”, un po' di qua e un po' di là: proprio per questa ragione vengono marcati stretti dai capigruppo, Paolo Romani e Renato Brunetta. Il Cavaliere è tornato nella Capitale ieri nella tarda mattinata e qualche minuto dopo era già a tavola con Deborah Bergamini, Mariarosaria Rossi e Giovanni Toti. Sono state le notizie che giungevano da Palazzo Madama, dove diciotto “ribelli” hanno chiesto di poter parlare nel corso della discussione generale sulle riforme, a convincerlo a rimandare ulteriormente il faccia a faccia chiarificatore con l'europarlamentare. Per il momento, dunque, l'incontro concordato dai rispettivi sherpa per domani non risulta confermato. «Vederci per cosa? Io l'ho riaccolto a braccia aperte, abbiamo parlato, eppure continua...», si è lasciato scappare. La riunione, per la verità, era stata convocata per esaminare alcune proposte di carattere economico: la flat tax, soprattutto. Mentre a Palazzo Grazioli si aveva notizia della mano tesa del presidente del consiglio Matteo Renzi, cioè la sua proposta di posticipare l'entrata in vigore dell'Italicum al 1 gennaio 2016 per rassicurare il centrodestra, a Palazzo Madama i “fittiani” discutevano di fare filibustering in Aula. Quando oggi pomeriggio si discuterà della nuova legge elettorale, infatti, diciotto senatori vicini all'ex governatore della Puglia prenderanno la parola e pronunceranno discorsi molti critici sul testo della proposta frutto del Patto del Nazareno. Ieri il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha “celebrato” a Montecitorio, un lungo vertice tra Pd e Fi nell'ufficio del presidente della commissione, il forzista Francesco Paolo Sisto. Presenti oltre ai due, il sottosegretario Sesa Amici, il capogruppo Pd in commissione Emanuele Fiano, il segretario Ettore Rosato e il deputato azzurro Rocco Palese, i due contraenti del Patto per le riforme, avrebbero concordato in quella sede una “clausola di salvaguardia” che posticipi l'entrata in vigore della nuova disciplina elettorale al 2016, escluda quindi le urne anticipate in primavera. «Su questo si può raggiungere un accordo», ha confermato in serata il leader Pd. Per il Cavaliere il compromesso raggiunto rappresenta un successo e, soprattutto, un ottimo metodo per rimettere ordine tra le sue truppe. «Il Pd accetta di mettere iscritto che non si vota l'anno prossimo, Matteo farà un sacrificio e mantiene la parola, è un nostro successo», ha detto l'ex premier ad un collaboratore. L'idea di una clausola nel dispositivo della legge era stata suggerita al Cavaliere in persona dall'ex ministro leghista Roberto Calderoli prima dell'ultimo faccia a faccia a Palazzo Chigi. Un anno e mezzo sono il tempo giusto per riorganizzare la coalizione di centrodestra a partire proprio da Forza Italia, che sembra la formazione più in difficoltà. Ieri, tra l'altro, Matteo Salvini ha lanciato la sua candidatura alla guida dello schieramento. Anche sul tema della “rifondazione” azzurra le decisioni più importanti sono state rinviate. Ieri sera da Palazzo Grazioli non era ancora partita la convocazione dell'Ufficio di presidenza Fi che dovrebbe tenersi domani pomeriggio. In compenso è stato vistato il regolamento per i congressi comunali, che partiranno il 15 dicembre, ma che si terranno nei primi mesi del 2015. L'ultimo tesseramento fu fatto dal Pdl: gli iscritti furono 1 milione 139.192. Impossibile duplicare quel risultato, ma i quadri sul territorio ce la metteranno tutta: ai coordinatori regionali l'ex premier ha promesso «un rinnovamento incredibile della classe dirigente» ed ha lasciato intendere che darà spazio nelle liste a chi darà il suo contributo in questo momento difficile di Paolo Emilio Russo

Dai blog