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Mafia Capitale, Napolitano attacca: "Antipolitica è una patologia eversiva"

michele deroma
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"Deve sempre esserci la volontà di prevenire e colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa: queste si riproducono attraverso i più diversi canali, come in questo momento è emerso dai clamorosi accertamenti della magistratura nella stessa capitale". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto ad un'iniziativa dell'Accademia dei Lincei su 'Crisi di valori da superare e speranze da coltivare per l'Italia e l'Europa di domanì', ha utilizzato parole dure nei confronti della politica, in relazione a quanto accaduto a Roma. "Patologia più grave è l'antipolitica" - "La più grave delle patologie" con cui un Paese civile deve fare i conti, secondo lo stesso Napolitano, è "l'antipolitica". Negli ultimi tempi, ha aggiunto il presidente della Repubblica, "sono dilagate analisi unilaterali, tendenziose, chiuse ad ogni riconoscimento di correzioni e di scelte apprezzabili, per quanto parziali o non pienamente soddisfacenti", in un'azione a cui non si sono sottratti "infiniti canali di comunicazione, a cominciare da giornali tradizionalmente paludati, opinion makers lanciati senza scrupoli a cavalcare l'onda, per impetuosa e fangosa che si stesse facendo, e anche, per demagogia e opportunismo, soggetti politici pur provenienti della tradizioni del primo cinquantennio della vita repubblicana". "Fatti da denunciare" - "Così la critica della politica e dei partiti - ha concluso Napolitano - preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in antipolitica, cioè, in patologia eversiva. E urgente si è fatta la necessità di reagirvi, denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni".

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