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Paolo Gentiloni: "Terrorismo, rischio infiltrazioni dagli immigrati"

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Lucia Esposito
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Sono parole fortissime quelle che usa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a proposito dell'allarme terrorismo: “Certamente oggi i rischi di infiltrazione legati all'immigrazione sono notevoli”. Il ministro è a Londra per partecipare l consiglio ristretto del fronte internazionale contro la minaccia dell'Isis. Il rischio di infiltrazione legato all'immigrazione, ha aggiunto il titolare della Farnesina, è anche “per il richiamo dei simboli della cristianità in Italia “. Poi però assicura: “Sul fronte del contrasto per fortuna gli apparati di sicurezza funzionano”: Nel contrasto all'immigrazione illegale non serve la forza: I flussi migratori dai Paesi dell'Adriatico e dall'Albania», ha detto il titolare della Farnesina, "non sono stati risolti schierando le truppe, ma con strategie, accordi e cooperazione». Gentiloni ha citato il caso della Tunisia, "Paese dal quale nel 2014 abbiamo avuto pochissimi arrivi». «Lì», ha ricordato, "c'è stata una ripresa dello Stato e ci sono stati accordi di cooperazione con l'Italia". Diverso invece, secondo il ministro, per la complessa situazione interna, «il caso della Libia, Paese dal quale nel 2014 sono transitate e poi arrivate in Italia circa 140mila persone in 826.

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