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Giuliano Urbani: "Silvio Berlusconi è politicamente finito"

Lucia Esposito
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Durissimo Giuliano Urbani con Silvio Berlusconi. Uno dei fondatori di Forza Italia dice, in un'intervista al Corriere della Sera, che "la storia di Berlusconi non finisce in gloria". L'errore più grande di Silvio è stato, secondo Urbani, quello di aver sottovalutato l'avversario e questo ha concesso la vittoria a Renzi. "Renzi ha vinto su tre fronti. Sul fronte del Pd, sul presidente della Repubblica e anche su Silvio, a cui ha dato il colpo definitivo". La critica - Per quanto riguarda il Quirinale non ha dubbi il politologo Urbani: «Vede, uno con un minimo di cultura politica l' avrebbe capito subito che Renzi, di fronte al Quirinale, sarebbe partito dall' unità del suo partito. È un ragionamento elementare. Berlusconi invece s' è affacciato alla trattativa con degli uomini che non solo non capiscono nulla di strategia, il che sarebbe già grave, ma nemmeno di tattica". Quando il giornalista gli chiede se sta pensando a Verdini, lui risponde: "Guardi io non dico che a Verdini manchino le capacità. Ma qui è questione di attitudini, che lui non ha. Non puoi affrontare certe questioni servendoti di Verdini, che non ha alcuna cultura politica, così come non puoi pretendere di fare la "rivoluzione liberale" con Fini, Casini, Bossi…".  Il Colle - Per quanto riguarda le conseguenze, l'ex ministro dei governi Berlusconi dice senza usare mezze parole: "Credo che politicamente, e questo è un male anche per il Paese, sia finito. Un po' è colpa dell' età, un po' delle vicende giudiziarie. Ma questo è un processo irreversibile anche dal punto di vista elettorale, visto che Silvio s' è messo nelle condizioni di finire stretto tra Salvini e Renzi". Quando il giornalista gli chiede se ha dato qualche consiglio a Berlusconi, lui risponde: "Non è tanto il sentirlo. Ogni tanto ci sentiamo, tempo fa l' ho anche incontrato a una cena. È che con lui ormai parlo d' altro. Non riesco a parlarci di politica perché ormai lo ritengo un esercizio un po' inutile e un po' penoso". Urbani si pente di non aver dato ascolto a Spadolilni e ad Agnelli su Berlsconi che "non avrebbe potuto realizzare la rivoluzione liberale", perché - sostenevano - "è un abile comunicatore ma nulla di più".  Sferzante il commento su Mattarella: "Ho avuto la sfortuna di frequentarlo negli anni in cui stava con gente come De Mita o Andreatta. Vede, se stai in una stanza con giganti come Andreatta, ascolti Andreatta. Neanche ti rendi conto di chi c' è attorno...".

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