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Giorgia Meloni e Matteo Salvini in piazza contro Matteo Renzi. La sfida a Silvio Berlusconi: "Tu che fai?"

Andrea Tempestini
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Al Quirinale lei c'era e lui no. Eppure Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno avviato un percorso comune, quello di «coloro che intendono fare un'opposizione seria al governo di Matteo Renzi» e non si vogliono «limitare» a «fingere» di farla. Se Forza Italia, facendo sponda su Ncd, sta per lanciare una iniziativa unitaria «di tutto il centrodestra» e prova a rivendicare la sua centralità, Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale e Lega Nord prendono tempo e si auto-organizzano. «Manifestazione unitaria del centrodestra? Non ne so niente, noi pensiamo alla nostra», risponde Meloni, reduce dal giuramento del Presidente della Repubblica. Sul Colle, visto il forfait del segretario leghista, il cerimoniale l'ha fatta sedere proprio accanto a Silvio Berlusconi. Nonostante la vicinanza fisica alla cerimonia, però, restano le distanze politiche. Sul discorso del nuovo Capo dello Stato, per esempio. All'ex premier è piaciuto, mentre per la giovane leader della destra «è stato così tanto rassicurante da diventare preoccupante», una «notevole prova di arte oratoria come si addice a un politico navigato della vecchia scuola democristiana». Poi c'è il Patto del Nazareno, le riforme. Fi è divisa, ma non intende fermare il percorso, mentre i due alleati “minori” vi si oppongono da mesi. Il Carroccio ha già organizzato per il 28 febbraio a Roma un corteo per dire «Renzi a casa», mentre Fdi aveva in programma una sua manifestazione per l'inizio di marzo, sempre allo stesso scopo. Già alla cena con Marine Le Pen di qualche settimana fa i segretari dei due partiti avevano considerato l'ipotesi di fondere le due iniziative e nelle ultime ore si è quasi chiuso. «Penso che faremo una sola iniziativa, insieme», ammette l'ex ministro della Gioventù. Nessuno esclude che siano proprio gli azzurri ad accodarsi a loro e non viceversa. «Inviteremo tutti coloro che vogliono fare opposizione», spiega Meloni. È probabile che la (duplice) manifestazione sarà anche la prima occasione per vedere in piazza contro il governo alcuni esponenti del Nuovo centrodestra in uscita come, per esempio, l'ex portavoce del partito di Angelino Alfano, Barbara Saltamartini. Il suo profilo - non a caso - è quello di una ex dirigente di Alleanza nazionale. Altri la seguiranno anche perchè, come preconizza l'europarlamentare che ha preso il posto di Umberto Bossi e Roberto Maroni, «Ncd a breve non esisterà più e già non ci sarà per le Regionali in Veneto», cioè tra poche settimane. Il tandem che si ispira all'operazione condotta in Francia dal Front National avrebbe già suscitato molto interesse anche da parte di alcuni ex M5s che hanno lasciato il partito di Beppe Grillo. Non è che un caso che dei quasi trenta fuoriusciti dall'inizio della legislatura, soltanto la metà ha finito per votare insieme al Pd, Sel ed Ncd il capo dello Stato candidato da Matteo Renzi. «Vedremo», taglia corto la leader di Fratelli d'Italia. L'attivismo del partito erede di Alleanza nazionale è dimostrato da una serie di iniziative già messe in campo. Domenica, per esempio, è in programma nella Capitale un incontro dal titolo “Un nuovo inizio”, organizzato dal Movimento Prima l'Italia e curato da Isabella Rauti, figlia di Pino, che è iscritta a Fdi. Il suo scopo è quello di «riaggregare» dopo «tante diaspore» e recuperare «energie» perse per strada. Sia la Lega che i Fratelli d'Italia aspettano che il Cavaliere decida quale linea politica tenere dopo lo smacco del voto per il Quirinale e che si convinca ad aprire lo scottante dossier delle elezioni Regionali, che sono ormai prossime. «Non potremo accontentarci di partecipare, ma dobbiamo vincere», avverte Meloni. di Paolo Emilio Russo

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