Silvio Berlusconi contro Renzi: dal "cerchio rosa" a Mediaset, cosa c'è dietro l'ultimo affondo
Quattro ore di faccia a faccia con i fedelissimi, che qualcuno ha già ribattezzato "il cerchio rosa" per l'alto numero di esponenti femminili. L'amarezza per il "sacrificio" non riconosciuto da Matteo Renzi e la decisione di calpestare il Patto del Nazareno, nel segno di una "deriva autoritaria". In questo clima Silvio Berlusconi sabato pomeriggio ad Arcore ha deciso di andare davanti alle telecamere del Tg5 per rilasciare un messaggio durissimo contro Renzi e il Pd. Uno strappo accolto con la solita ironia da Palazzo Chigi e dal Pd: "Parole che fanno ridere", sarebbe stato il commento di Renzi ("commovente", l'ha definito Debora Serracchiani, mentre il dem Ernesto Carbone va giù ancora più pesante: "La famiglia stia vicina al Cavaliere"). Segnale ai falchi - Alla vigilia di una settimana importante, con in cantiere l'approvazione definitiva alla Camera della riforma del Senato primo vero banco di prova per il governo (i numeri ci sono anche senza Forza Italia, ma occorrerà contare la fronda dem), ora la domanda è una sola: la rottura è definitiva? Su Repubblica l'accento viene posto sulle flebili aperture di qualche azzurro ("Se il governo è pronto ad ascoltarci, trattiamo"), ma la verità è che in ballo c'è molto altro. Innanzitutto, l'uscita pubblica di Berlusconi va letta anche come un segnale ai "falchi" del suo partito, da Raffaele Fitto ad Augusto Minzolini, da tempo ormai insofferenti verso il Patto del Nazareno. I "sostituti" di Verdini e Letta - Qualcuno legge le parole del Cav anche come una sorta di siluramento a Denis Verdini e Gianni Letta. Se ci sarà un riavvicinamento a Renzi, spiegano ambienti vicini ai fedelissimi dell'ex premier, non sarà attraverso i due mediatori storici. Maria Rosaria Rossi e Deborah Bergamini sarebbero, invece, i nuovi "sherpa" designati. Non a caso sono proprio loro due membri del "cerchio rosa" cui si accennava. Da Mediaset al "salva-Silvio" - Ma al di là dell'elezione al Quirinale di Sergio Mattarella e di tutti i vizi possibili delle riforme, a Berlusconi non è andato giù (eufemismo) il blitz del Pd con la mazzata su Mediaset. Paradossalmente, però, sono proprio i consiglieri di Berlusconi più legati alle imprese di famiglia (da Fedele Confalonieri a Ennio Doris, fino alla figlia Marina) a cercare di ricucire ed evitare che l'asse tra Matteo e Silvio si perda. La sensazione è che tutto si risolverà, in un senso o nell'altro, nel giro di un paio di settimane. Perché il 20 febbraio, è bene ricordarlo, si tornerà a parlare in CdM della delega fiscale, la cosiddetta salva-Berlusconi. Renzi finora ha sempre difeso la ratio dello sconto sotto il 3% di evasione fiscale sul totale imponibile. Continuerà a farlo? di Claudio Brigliadori @piadinamilanese