Ischia, nell'inchiesta sulle coop rosse spunta il nome di Massimo D'Alema: CPL Concordia comprava il suo vino e pagava la fondazione
Spunta anche il nome di Massimo D'Alema nell'inchiesta che ha portato all'arresto tra gli altri del sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino, del Pd, e dell'ex presidente della Coop rossa emiliana CPL Concordia Roberto Casari e del responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Francesco Simone (ex segretario di Bobo Craxi). Un'indagine, condotta dal pm John Henry Woodcock, dai risvolti potenzialmente devastanti, che punta a mettere in luce il giro di corruzione tra politica e impresa e i legami delle istituzioni con i clan della camorra. D'Alema contro Woodcock: "Intercettazioni? Diffusione scandalosa" Soldi alla fondazione e vino - D'Alema non è indagato, ma finisce nelle carte in quanto la stessa Coop CPL Concordia nel 2014 aveva acquistato cinquecento copie del suo libro Non solo euro (insieme al libro di Giulio Tremonti) e duemila bottiglie di vino prodotte dall'azienda vinicola che l'ex premier gestisce con la moglie a Otricoli, in Umbria. Durante una perquisizione nella sede dell'azienda, inoltre, i carabinieri hanno trovato 3 bonifici da 20mila euro ciascuno a favore della fondazione di D'Alema Italianieuropei. Tutto lecito, tutto alla luce del sole e dichiarato, ma sarebbe questo uno degli elementi che confermano le entrature politiche nel mondo della sinistra da parte della coop emiliana. Lupi e i due pesi Pd - Fatte le debite proporzioni, è naturale il parallelo con l'ormai ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, travolto dall'inchiesta sulle Grandi opere e costretto alle dimissioni anche se non indagato per i regali ricevuti dagli imprenditori arrestati. Il Pd ha spinto per far lasciare Lupi ma ha sempre difeso i suoi rappresentanti, anche quando formalmente indagati (come la sottosegretaria Barracciu): difficile che il premier Renzi e gli altri leader dem facciano un processo morale proprio a D'Alema.