Italicum, Denis Verdini ripropone a Silvio Berlusconi il patto del Nazareno con Matteo Renzi, ma il Cavaliere vuol fare la guerra
Come un zombie, torna il riesumato Patto del Nazareno. O almeno è quello che vorrebbe DeniS Verdini che ha provato ancora una volta, forse l'ultima, a far cambiare idea a Silvio Berlusconi. Ma l'ex premier più che infastidito è letteralmente sbottato: "Denis devi capire che io di Renzi non mi fido - riporta l'Huffingtonpost in un retroscena - Ha già dimostyrato di essere inaffidabile. Non faccio patti. Punto". Il nodo è ancora tutto sull'Italicum. Un voto favorevole dei parlamentari azzurri aprirebbe la strada a qualsiasi prospettiva: "Ci dà l'ultima occasione per risalire a bordo - avrebbe detto il senatore toscano - Matteo ci garantisce qualsiasi cosa. Che interesse abbiamo a fare opposizione". Colle in pugno - Anche quando il Patto era stato dato per morto, Verdini e Luca Lotti, braccio destro di Renzi, non hanno mai smesso di sentirsi. Nello studio di Berlusconi, quindi, per quanto fosse Verdini a parlare, in fondo era come avere lo stesso presidente del Consiglio: "Noi sosteniamo l'Italicum. E lui... - riporta ancora l'Huffingtonpost - L'hai capito che Mattarella firma tutto quello che dice lui". Niente da fare però, il Cavaliere non ne ha voluto proprio sapere: "Queste riforme per me sono invotabili. È un disegno autoritario, quello vuole una concentrazione di potere mai vista prima. Io sono un liberale. E un liberale come me - avrebbe aggiunto - non può aiutare un dittatorello". Potature - Nel pomeriggio a palazzo Grazioli c'è stato l'ufficio di presidenza di Forza Italia. Denis è uscito dal palazzo a mani vuote e quando i dirigenti del partito si sono seduti al tavolo con Berlusconi, sarebbe stato lui stesso a tirar fuori l'idea ferale per Verdini: farlo fuori dal partito. Ormai è palese per Silvio che è fuori di fatto dal partito e il voto a sostegno del governo dei neofuoriusciti Bondi e Repetti sarebbe stato solo il primo segnale. Italicum - Quando si voterà per l'Italicum, l'intenzione di Berlusconi è di tenere la mano ferma: "Se il governo impone la fiducia, le opposizioni devono uscire dall'aula. E se esce un pezzo di Pd salta anche il numero legale". E dovesse anche arrivare il soccorso di Verdini, il Cav è certo che lo stesso Renzi non potrà mai promettere a tutta la truppa di forzisti a lui fedeli la ricandidatura alle prossime politiche. Nel corso del pomeriggio, Berlusconi si è fatto sempre più belligerante. La ritrovata libertà gli ha permesso anche psicologicamente di programmare un tour in tutte le regioni coinvolte dal voto di fine maggio, sicuro di lanciare le prime bordate a Renzi sulle tante promesse non mantenute.