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Gian Mario Spacca: "Lascio il Pd per Forza Italia, la sinistra snobba le imprese"

Andrea Tempestini
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Gian Mario Spacca, governatore uscente della Regione Marche, si prepara a concorrere per la terza volta per la conquista della Presidenza regionale. Questa volta non con il centrosinistra, ma contro il candidato del Partito democratico da cui Spacca proviene. Presidente Spacca, ormai il dado è tratto. Vive con imbarazzo questa situazione? «La mia esperienza politica è molto lunga: sono stato eletto in consiglio regionale per la prima volta con la Dc. L'ultima volta, come candidato presidente, non sono stato eletto direttamente dal Pd, ma dalla lista del presidente, in una coalizione in cui portavo soprattutto il mio rapporto con i ceti produttivi». Ma come è maturata la rottura con il Pd? «L'esito delle elezioni europee ha fatto pensare al Pd di poter essere autosufficiente nei confronti della comunità regionale. Una scelta di chiusura, particolarmente verso l'imprenditorialità. Così ho preferito fare una scelta coerente con la mia storia e l'esperienza maturata nel movimento Marche 2020». Però il Pd contesta l'anomalia di un terzo mandato presidenziale. Lei cosa risponde? «Non c'è mai stata una questione personale e non esisteva il problema del terzo mandato. L'esigenza era di recuperare l'esperienza di Marche 2020 e la rappresentanza dei corpi intermedi e delle forze sociali sul territorio». Quali erano i punti sui quali non è riuscito a trovare un'intesa con il Pd dopo tanti anni di governo insieme? «Dal Pd ho ricevuto una totale chiusura non tanto verso di me quanto verso il lavoro svolto negli ultimi anni e il programma elaborato con gli elettori». Ora però lo stesso Renzi cerca di ostacolare la sua candidatura tentando di invalidare la legge elettorale delle Marche. «In effetti sembra che il governo abbia posto la questione di un eventuale ricorso alla Consult. In realtà le Regioni hanno la facoltà di decidere sul terzo mandato: alcune lo consentono; altre, come la nostra, hanno deciso all'unanimità di adottare la regola dei due mandati ma a partire dalla prossima legislatura. Per esempio a Errani e Formigoni è stato consentito il terzo mandato e diverse sentenze delle Corti di Appello vanno in questa direzione». A questo punto lei si presenta agli elettori in una coalizione con Forza Italia, insieme ad amministratori locali come l'ex Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Piero Celani. Come motiva questa scelta? «Forza Italia ha da sempre una cultura vocata all'impresa e in questo momento abbiamo bisogno di questa sensibilità che si potrà esprimere all'interno della formula di governo. In un momento come questo, di timida ripresa, vanno rilanciati la crescita e lo sviluppo, perché sono il solo modo per creare lavoro e occupazione. Quindi sono necessarie forze politiche coerenti con questo obiettivo. Il programma di governo della coalizione avrà al centro il recupero dell'imprenditorialità in tutte le sue forme, dall'agricoltura, al turismo, al terziario». A proposito di imprese resta aperta la questione del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Sarete in grado di dare risposte concrete? «La questione è particolarmente sentita nel nostro territorio e stiamo facendo pressione nei confronti dello Stato perché si arrivi agli stessi risultati che abbiamo conseguito a livello regionale. Risultati particolarmente apprezzati anche dall'on. Tajani che come commissario europeo si è particolarmente impegnato in questa battaglia. Noi, dopo la Lombardia, siamo la regione con il minor tempo di attesa per i pagamenti della pubblica amministrazione». intervista di Giovanni Miele

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