Cerca
Logo
Cerca
+

Partito unitario, Maroni detta le regole a Berlusconi

Nicoletta Orlandi Posti
  • a
  • a
  • a

"Ci potremmo stare solo se la lista unica di centrodestra si chiamasse Lega Italia". Roberto Maroni boccia senza appello l'idea di Silvio Berlusconi di riunificare il centrodestra sotto le insegne di un partito unitario, ma a "titolo personale", "quasi per gioco" lancia la sua provocazione dalle colonne di Repubblica. Difficile che accetteranno, spiega il governatore lombardo, "ma noi al simbolo non possiamo rinunciare. La Lega è un partito indentitario, per noi l'appartenenza viene prima della convenienza. Chiederci di rinunciare al nostro simbolo è come chiedere a un interista di diventare milanista, o viceversa". Il peccato mortale del Cav - Per il leghista il Cav ha commesso un peccato mortale: l'Italicum. "Una legge, vale la pena di ricordarlo, che Silvio ha contribuito a redigere, tant'è che al Senato i suoi l'hanno votata", dice Maroni a Rodolfo Sala. "Ora si è accorto che per gli avversari di Renzi questa è una sciagura. E corre ai ripari immaginando una lista unica del centrodestra. Non funziona". E ancora: "Renzi è stato astuto, spregiudicato, bravo. Col beneplacito iniziale di Silvio ha fatto approvare al Parlamento una legge elettorale che è una pistola puntata non solo contro la minoranza del Pd, ma contro tutta l'opposizione. Ha rischiato perfino di rompere il suo partito, ma l'Italicum è passato. E ora ha una polizza che gli consentirà di vincere a mani basse quando vuole".  Quanto a Berlusconi, insiste Maroni, "con Silvio c'è un altro problema: deve capire che è arrivato il momento di passare la mano, che con Renzi lui non può competere. Convochi gli stati generali del centrodestra, investa su una nuova leadership. Sia lui a guidare, e non a subire, la successione".

Dai blog