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Matteo Renzi, le pensioni e i 5 milioni di voti a rischio

Lucia Esposito
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I pensionati non stanno, non possono stare sereni. Perché la tegola caduta ul governo dopo la sentenza della Corte Costituzionale non è solo una questione economica ma il grande tema della prossima competizione elettorale. Matteo Renzi non aveva previsto, non poteva prevedere, che il tema delle pensioni diventasse fondamentale anche da un punto di vista elettorale. Anche se si vota per le regionali i 5,5 milioni di pensionati interessati dalla sentenza della Corte e precedentemente colpiti dal blocco dell'indicizzazione, sono un numero considerevole. Più in generale le decisioni che prenderà il Governo, sono un segnale per tutti i 18 milioni di pensionati (un dato ancor più importante se si considera che nelle ultime elezioni il Pd aveva trovato il 35,5% dei consensi). Renzi  - è questa la tesi spiegata da Francesco De Dominicis su Libero in edicola oggi, sabato 9 maggio - sta prendendo e perdendo tempo, rinvia a dopo le elezioni ogni decisione su come e soprattutto se saranno risarciti i pensionati. Il 31 maggio ci sono le regionali, a giugno arriverà il decreto sui rimborsi. Perché il premier sa che qualunque decisione sarà presa prima delle elezioni potrebbe essere letale. Come detto sopra, sono più di cinque milioni i pensionati che, in seguito alle decisioni prese da Renzi, potrebbero cambiare idea nella cabina elettorale. La scelta del premier è quindi quella di non decidere adesso, incassare il voto dei pensionati e poi sganciare l'inevitabile siluro. 

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