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Grillo e Renzi, riparte il dialogo sul reddito minimo di cittadinanza

Eliana Giusto
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Dopo la marcia di Beppe Grillo per il reddito minimo di cittadinanza (hanno sfilato in 50mila sabato 9 maggio) si riapre il dialogo tra Movimento cinque stelle e Pd per garantire a chi non ha un lavoro o un reddito sufficiente per vivere uno stipendio.  Durante la marcia, Grillo ha avvisato: "Se non passa il reddito di cittadinanza, saranno tutti responsabili non verso il M5S ma verso milioni di cittadini" salvo poi chiudere sulla possibilità di fare un tavolo con il Pd dopo l'apertura di Roberto Speranza: "Non commento il nulla, sarebbe un tavolo di lavoro con i cassaintegrati della cultura politica: sono vent' anni che parlano e non hanno combinato niente". Ma questo è Grillo, non il M5s. Il capogruppo pentastellato a Parma Marco Bosi (fedelissimo di Federico Pizzarotti), ha infatti detto a Repubblica: "E' ovvio che bisogna parlare con tutti per approvare il reddito di cittadinanza. Se non hai i numeri, devi cercarli fuori". E Luigi Di Maio: "Il Movimento 5 stelle è pronto a confrontarsi con tutti; le commissioni Lavoro si muovano, la legge è già calendarizzata, basta che non si snaturi la cifra di 780 euro, che secondo tutti gli istituti è la soglia di povertà". Sulla stessa linea Roberto Fico: "Loro parlano di reddito minimo di inserimento che è una cosa diversa, ma se vengono sulla nostra proposta, noi ci siamo". Insomma, il dialogo è avviato e presto probabilmente troveranno l'intesa. Resta un interrogativo: come e dove reperiranno le risorse per dare 780 euro a chi non guadagna nulla? 

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