"Una bomba atomica alle nostre porte", l'amara profezia di Casini
Non ha dubbi Pier Ferdinando Casini: “Per l'Italia il trasferimento in Libia del Califfato sarebbe come avere una bomba atomica innescata a pochi chilometri da casa”. Il presidente della Commissione Esteri del Senato e docente di Geopolitica all'Università Lumsa di Roma, in un'intervista al Giorno spiega come il rischio che lo Stato islamico si trasferisca in Siria è concreto. “La concezione statuale dell'isis non si basa sul territorioo ma su dove si trovano i suoi adepti. La Libia è un territorio vergine cosa c'è di meglio che trasferirsi in uno Stato dove non ci sono pressioni internazionali?”. Le conseguenze - E secondo Casini le ripercussioni sull'Italia ci sarebbero eccome. Ed è per questo motivo – spiega Casini - che le forze internazionali stanno lavorando in queste ore per un governo stabile. Dice: “Abbiamo bisogno di restituire a Tripoli un minimo stabilità per stringere accordi efficaci. Tutto questo richiede uno sforzo da parte della comunità internazione e l'Italia deve esser ein prima fila”. E poi la ricetta per fermare i jihadisti: “Dobbiamo stroncare le fonti di finanziamento “. Casini fa riferimento al petrolio, al traffico di reperti archeologici e di droga”.