"Renzi, te la faranno pagare": quanti voti perde dopo il Family Day
Al Circo Massimo uno dei commenti ricorrenti è stato questo: "Renzi, vedrai al voto". L'editorialista dell'Espresso Piero Ignazi, intervistato dal Fatto quotidiano, è ancora più esplicito: "Gliela faranno pagare". Se il Family Day non riuscirà a invertire le sorti del ddl Cirinnà su unioni civili e adozioni gay (in Parlamento il premier potrebbe trovare i voti necessari), di sicuro potrebbe avere ripercussioni sulle prossime elezioni, amministrative e politiche. Al di là del balletto sui numeri (due milioni per gli organizzatori, 300mila per la Questura), il popolo che vede come fumo negli occhi troppa apertura ai diritti delle coppie omosessuali è grande, elettoralmente vale qualche milione di voti. E se si parla di stepchild adoption e utero in affitto, secondo i sondaggi la maggioranza è schiacciante. La domanda dunque è una sola: quanto conviene a Matteo Renzi tirare dritto su un tema così delicato, eticamente e politicamente? La doppia insidia - "In piazza c'erano anche tanti elettori del Pd, che si sono sentiti traditi da Renzi", spiega il politologo Ignazi al Fatto. Il premier "anni fa esprimeva posizioni vicine a un certo cattolicesimo tradizionalista. Ma essendo uno Zelig, un animale politico che si muove a 360 gradi, su questo tema ha assunto una linea assolutamente laica. Dimostrandosi un laico molto più serio, più di tanti passati leader della sinistra". Perderà voti al centro, potrebbe guadagnarne qualcuno a sinistra. Ma intanto, in Parlamento rischia grosso. Perché se cederà qualcosa a Ncd e ai cattolici dem, annacquando il ddl Cirinà, allora perderà l'annunciato appoggio del Movimento 5 Stelle. Se non cambierà nulla del testo di legge, di sicuro spaccherà anche in Aula il Pd. Soprattutto se si ricorrerà al voto segreto, dove i maldipancia interni si faranno sentire eccome. E in quel caso, il divorzio dai suoi arriverà prima a Roma che nelle urne.