Il dietrofront di Bertolaso sui rom. A Libero: cosa ha detto su Salvini
«Matteo Salvini? È stato solo un malinteso; pure io, fossi stato in lui, avrei fatto uguale, leggendo quelle cose...». Guido Bertolaso, medico, servitore dello Stato, capo della Protezione civile dal 2001 al 2010, già sottosegretario, è il candidato sindaco del centrodestra per Roma. Se Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni gli stanno dando manforte, i rapporti col leader della Lega finora non sono stati molto sereni. Dottor Bertolaso, lei aveva detto no alla prima chiamata alle "armi" di Berlusconi, non voleva candidarsi sindaco. Si è pentito, poi, di avere accettato l' offerta? «No, assolutamente. Anzi sono molto contento, gasato, e determinato a dare il meglio di me, per la mia città. Come è noto, poi, la mia rinuncia era anche dettata da motivi famigliari, per fortuna risolti» Matteo Salvini dice di non essere convinto del tutto; ma non era tra coloro - insieme a Berlusconi e Meloni - che l' avevano pregata di tornare da Londra e impegnarsi per le Amministrative? «Il supporto dei tre leader era stata la condicio sine qua non che avevo posto; mi sono deciso a cambiare idea proprio perchè c' era stato un loro pressante appello. Avevo chiamato Salvini per ringraziarlo e mi era sembrato convinto, contento e determinato a vincere». Che idea si è fatto di questa "frenata"? C' entra il suo nome o in ballo ci sono diversi equilibri di coalizione? «Non credo. Le mie dichiarazioni di alcuni giorni fa sono state purtroppo manipolate e strumentalizzate. Forse Salvini aveva ragione a reagire in quel modo; anche io, se avessi letto quelle frasi, sarei rimasto colpito in negativo. Si è trattato di un malinteso; il mio pensiero andava in direzione completamente opposta a quei titoli». Si riferisce a quella definizione dei «rom categoria vessata»? Salvini aveva la ruspa nel simbolo... «Quello che avevo provato a dare era un giudizio storico su rom e sinti; nessuno può negare il fatto che nei secoli passati abbiano subito persecuzioni e, infatti, ad Auschwitz sono stati assassinati migliaia di rom, oltre a milioni di ebrei... Mi riferivo a quello, che è un fatto storico innegabile». Oggi, però, esiste il problema opposto, non crede? «Oggi, da quello che si vede a Roma come in altre città italiane, gli insediamenti rom rappresentano spesso un problema; donne e bambini vengono sfruttati per mendicare o fare piccoli furti, si creano contesti socialmente inaccettabili e tutto ciò rappresenta un disturbo alla pacifica convivenza. Serve una nuova strategia». Salvini si era indispettito anche per la sua amicizia con Francesco Rutelli. È per quello che non ha partecipato, ieri mattina, alla convention organizzata dall' ex sindaco? «Io con Rutelli ci ho lavorato nell' organizzazione del grande Giubileo del Duemila e, poi, nella Giornata mondiale della gioventù. Sono stati due eventi epocali per la storia di questa città. Fin qui il lavoro. Ieri, invece, Rutelli ha organizzato una convention politica e, infatti, non ci sono andato...». E che faceva? «Ero in giro per capire i problemi della città, sono già impegnato: ho cronometrato ogni quanto tempo passa un autobus, sto studiando...». In cosa si tradurrà la «tolleranza zero contro il degrado» che, come ha annunciato ieri, vuole essere il fil rouge della sua campagna? «Partiremo dalla microcriminalità, che infesta questa città dal centro fino all' estrema periferia. Poi servirà una azione immediata per il ripristino delle strade trasformate in un groviera, migliorare il sistema dei trasporti pubblici che è fallimentare e fare sì che questa città non si presenti più come una discarica, piena di topi e di rifiuti.... Servono azioni ferme, chiare, forti. ». Nelle casse del Comune di Roma non c' è una lira. «Non sono cose che hanno costi stratosferici; serve capacità di azione e buona volontà». Cosa sente di avere lei in più degli altri candidati? «Una lunga esperienza nella gestione di problemi complessi, maturata in una lunga carriera. Sui rifiuti, per esempio...». Ha gestito l' emergenza a Napoli. «Due. Una con il governo di Romano Prodi, una con quello di Berlusconi. E Roma è in mezzo ad una emergenza paragonabile a quella; da 5 a 7 mila tonnellate al giorno vengono parpagliate per l' Europa, col risultato che i romani pagano la tassa sui rifiuti più alta d' Italia». Di chi è la colpa, se la Capitale si presenta in condizioni che gli stessi cittadini - secondo un sondaggio - considerano «di degrado senza precedenti»? «A sentire le dichiarazioni dei partiti di sinistra, sembra che siano arrivati in città stamattina dalla luna, ma è evidente che, tranne la parentesi di Gianni Alemanno, negli ultimi venti anni hanno sempre governato loro». Il prossimo weekend il Carroccio "ascolterà" i cittadini romani attraverso lo strumento dei gazebo: ha intenzione di affacciarsi ad uno di questi? «Se Salvini mi invita, sarò ben felice di partecipare e andare ad ascoltare. Speriamo che non si tratti di una manovra politica, che non sia una occasione per le truppe cammellate di Alfio Marchini e Francesco Storace, come temo». A proposito, è vero che lei ha telefonato al candidato sindaco de La Destra, come da screenshot pubblicato su Twitter? «Certo che no. È una barzelletta. Sfido Storace a dimostrare che fosse il mio telefono; si vede che è alla disperazione, ma questo è un trucchetto da prestigiatore di paese, robetta». Cosa porterà con sé in Campidoglio degli insegnamenti delle tante persone con cui ha lavorato, come Giulio Andreotti o Silvio Berlusconi? «Andreotti mi ha insegnato il senso dello Stato, la capacità di ascoltare e trattare allo stesso modo tutte le persone, dalla più umile alla più potente. Berlusconi, invece, mi ha insegnato cosa sia la fiducia e come, con quella, un tecnico possa veramente fare il bene del Paese». Paolo Emilio Russo