Bertolaso silurato: che cosa farà Mister Emergenza
Non l' ha presa benissimo, anche perché il Cavaliere lo aveva rassicurato ancora pochissimi giorni fa: «Andiamo avanti e vinciamo». Guido Bertolaso, però, ha accettato di farsi da parte più che altro perché convinto che sia più facile, con Alfio Marchini candidato, «dare una lezione» ai due «ragazzi», Salvini e Meloni, che gli hanno voltato le spalle. Una foto un po' malinconica, che lo ritrae volontario in Africa. La scritta «Comunque grazie». Su Instagram Guido saluta così i suoi supporter. L' esperienza da candidato sindaco di Roma è durata poco meno di due mesi. In realtà non è mai stata ufficializzata, visto che le liste si presentano a metà della prossima settimana. In questo frangente, l' ex commissario della Protezione Civile è stato mollato, ad uno a uno, da tutti i leader che erano andati a chiedergli l' impegno in prima persona. Prima Matteo Salvini, indispettito da un' uscita poco felice (a suo giudizio) sui rom. Poi Giorgia Meloni, preoccupata che il sostegno a Bertolaso le procurasse una fuga di voti a destra. Infine Berlusconi, grande estimatore e sponsor delle capacità organizzative di Bertolaso. Il Cavaliere non più tardi di una settimana fa invitava i romani a ringraziare il destino di fronte all' opportunità di trovarsi un sindaco come Guido. Ma i sondaggi negativi hanno fatto paura all' ex premier. Che, non senza fatica, ha deciso di scaricare "l' uomo della Provvidenza", preferendo Alfio Marchini. «Fin dall' inizio ho accettato di partecipare a una sfida che sapevo difficile a causa delle fibrillazioni del sistema politico italiano. Pensavo e penso tutt' ora che la rigenerazione dei partiti non possa prescindere dalla qualità degli uomini che sono chiamati alle relative responsabilità», scrive Bertolaso nel comunicato di commiato. «Con questo spirito», annuncia, «ho quindi deciso di sedermi in panchina per consentire alle forze che si riconoscono nei principi del liberalismo e del cattolicesimo di unire i loro sforzi e partecipare alla competizione elettorale puntando a vincere e non solo a testimoniare». Non si sa se sarà candidato come capolista di Forza Italia. In realtà non si sa neanche se Fi presenterà una sua lista. Dal suo profilo social si intuisce quasi l' intenzione di tornarsene in Africa a fare il volontario. Però lui precisa: «Resto comunque a disposizione della mia città, che amo come una seconda famiglia, per poter svolgere quel ruolo che ritengo indispensabile per la sua rinascita, nella speranza che il futuro sindaco sia in grado di restituire dignità alla città più bella del mondo per trasformarla in quello che finora non è stata: una grande capitale europea al servizio». Salvatore Dama