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Bersani: "Non c'è una linea B". E offre a Grillo gli 8 punti

Pierluigi Bersani

Approvata la linea del segretario, che dice: "Non corteggiamo il M5S". Ma è già in ginocchio da Beppe. E al Cav: "Mai con te"

Ignazio Stagno
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Tutto come previsto. La relazione presentata da Pier Luigi Bersani alla Direzione Nazionale del Pd è stata approvata, con una sola astensione. La linea del leader è chiara: continuare a corteggiare Beppe Grillo (anche se, giura il segretario, "noi non corteggiamo nessuno"). Bersani continua a perdere tempo, e propone otto punti sui quali dialogare con il Movimento 5 Stelle (ve ne diamo conto nell'articolo). Bersani, nel corso della Direzione, ha preso la parola due volte. Nel secondo intervento ha ribadito la chiusura al Pdl: "Non è accettabile il governo con uno che quattro mesi prima delle elezioni se ne va e comincia a sparare a zero sulla realtà che lui ha provocato. Un'intesa non esiste". La linea - suicida - è stata definita. E Bersani ribadisce: "Da questa Direzione, ipotesi B non ne sono venute. E' venuta una proposta A. Poi non è proibito vedere le difficoltà, e quindi dico io stesso che è un sentiero molto stretto. O lo si supera e si comincia  un governo, o almeno questo sentier lo si sgombrerà dalla nebbia". In conclusione, aggiunge il segretario democratico, "c'è il Capo dello Stato. Per definizione non tocca a noi decidere, e poi bisognerà intendersi su cosa vuol dire". Il primo intervento - Il secondo intervento di Bersani, di fatto, ha confermato quanto detto nel primo, che si era aperto con un riferimento al potere del Capo dello Stato: "Apriamo questa direzione nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato ma abbiamo il diritto-dovere di pronunciarci con semplicità davanti all'opinione pubblica''. Poi parla di Beppe Grillo: "Non banalizziamo, qui non si sta corteggiando Grillo ma si tratta di capire quel che si muove nel profondo, di bucare il muro dell'autorefernzialita' del sistema. Bersani, insomma, dice di non corteggiare Beppe; eppure il dialogo, secondo il Pd, è possibile solo con il M5S. Il segretario analizza il voto e riconosce la novità del Movimento Cinque Stelle: "I dati elettorali parlano un linguaggio drammatico ma chiaro: c'e' una sofferenza acuta nella base larga del consenso del Pd".  Pd, 8 punti a 5 stelle - Così, come anticipato, per recuperare consenso e per provare a formare un governo impossibile, Bersani si rivolge direttamente al M5S. Chiede un confronto e propone una scaletta di punti programmatici. Otto, per la precisione. "Il primo è fuori dalla gabbia dell'austerità. Poi misure urgenti sul blocco sociale. Ancora: Riforma della vita politica e pubblica (tra le quali, rivedere il finanziamento pubblico ai partiti, ndr). Quarto: Voltare pagina sulla giustizia e l'equità. Poi una norma contro il conflitto di interesse e doppi incarichi. Sesto punto: Economia verde e sviluppo sostenibile. Apertura ai matrimoni gay e alla cittadinanza a chi è nato in Italia. E per ultimo punto: istruzione e ricerca. Insomma questo è quello che noi proponiamo e ci prendiamo la nostra responsabilità". Dopo attacca Grillo: "Chi ha scelto la via parlamentare e deve dire che cosa vuol fare". Bersani offre ai Cinque Stelle la presidenza delle Camere: "Per quanto riguarda l'incarico di presidente del Senato e della Camera siamo pronti ad incarichi di corresponsabilità".  Andrà a sbattere - Il segretario punta dritto su Beppe Grillo: se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, ora è stato fugato. Non vuole un governo tecnico. Vuole la poltrona di Palazzo Chigi ed è pronto a tutto pur di averla. Ora si attende la risposta di Beppe. Il comico ha già detto chiaramente che non voterà la fiducia a Bersani. E nonostante la votazione favorevole alla linea del segretario, il Partito Democratico è diviso. In molti, in via del Nazareno, sanno benissimo che da Grillo continueranno solo a prendere pesci in faccia. Così questo appoggio a Bersani è un po' un "lavarsi le mani", alla Ponzio Pilato. Il segretario andrà da solo a sbattere contro il muro del Qurinale. Il Colle finirà probabilmente col dargli un incarico esplorativo, ma alla prova dei fatti Bersani dovrà arrendersi davanti alla fiducia negata dei Cinque Stelle. Il governo tecnico è sempre più vicino.

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