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Berlusconi spinge per il voto a giugno

Lucia Esposito
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Quella del voto a giugno è un'ipotesi che adesso anche Silvio Belrusconi prende in considerazione davanti al muro che Pier Luigi Bersani e tutto il Pd hanno alzato rispetto a un possibile accordo con il Pdl. Mercoledì sera in un incontro ad Arcore tra lo stesso Berlusconi, Angelino Alfano, Roberto Maroni e Roberto Calderoli sul tavolo c'era proprio questo tema. Ormai è chiaro infatti che Grillo non ha intenzione di aprire la porta al Pd e il centrosinistra, dal suo canto, non ha alcuna volontà di fare un accordo con il "giaguaro". Quindi, le strade aperte non sono molte.  Lo scenario La linea è in sintesi questa: o si siglerà un accordo per un governissimo che duri almeno tre anni, abbassi le tassi e faccia la riforma della giustizia oppure meglio il voto presto, prestissimo. A giugno. I sondaggi del post-voto d'altronde registrano da una parte l'avanzata continua di Grillo che avrebbe guadagnato tre punti dopo le elezioni ma dall'altra c'è il Pd che viene dato in caduta libera mentre il centrodesta, anche se non ai livelli del Movimetno 5 Stelle,  è in crescita. Quindi, la prospettiva delle urne non viene vista dal centrodestra come una prospettiva da evitare. Anzi. Il nuovo presidente della Repubblica verrà eletto il 15 aprile quando si riunirà il Parlamento in seduta comune o nei giorni immediatamente successivi. Chiunque sarà il presidente potrebbe sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. 

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