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Ecco i nomi della sinistra:Piero Grasso per il Senato Boldrini a Montecitorio

Renato Brunetta

Ignazio Stagno
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Il Pd finalmente ha scelto. Dopo 24 ore di trattative, di accordi e di veleni di palazzo, i democratici hanno fatto due nomi per la presidenza di Camera e Senato. I dem vogliono il jackpot in tutti e due i rami del parlamento. Così in campo scendono Pier Luigi Bersani ha proposto Laura Boldrini per la presidenza della Camera e Piero Grasso per il Senato. L'indicazione è arrivata durante la riunione dei gruppi Pd. "Noi siamo per la responsabilità che è cambiamento. Queste   candidature vanno in questa logica. Continueremo ad avere un   atteggiamento di condivisione e reciprocità anche per le presidenze   delle commissioni", spiega Pier Luigi Bersani.  Le sue parole sono state accolte da un applauso. "Continueremo ad avere un atteggiamento di reciprocità e condivisione anche per le presidenze di commissione", ha assicurato. Vecchiume a palazzo -  Insomma più che una strada nuova quella del Pd sembra un vecchio sentiero di campagna con poche luci. Nomi vecchi che non danno spinta ad un vero e proprio rinnovamento. A vincere sulla linea è anche Nichi Vendola che con la Boldrini prova a prendersi la Camera. Proprio Nichi che ieir avvea detto: "Vorrei un presidente del Movimento Cinque Stelle". Erano parole di circostanza più che un'apertura vera e propria ai Ciqnue Stelle. Nichi pensava già allo scranno più alto di Montecitorio. E alla fine la logica di palazzo e di partito ha vinto. Sel ha avuto il 3 per cento alla Camera, un risultato che asicura il diritto ad avere la presidenza della Camera. Pdl, M5S che hanno ottenuto oltre il 20 per cento a Montecitorio sono stati tagliati fuori da ogni tipo di candidatura. E' la democrazia e il rispetto delle istituzioni del centrosinistra. Che piaccia o no. Intanto Enrico Letta si affretta a sponsorizzare la candidatura di Grasso. Al Senato i numeri sono tragici per il Pd: "Grasso è una figura importante e noi lo indichiamo anche per ciò che rappresenta".  Alla domanda se il Pdl possa convergere su Orellana, Letta risponde: "Ci pensino bene. Pensino anche a cosa Grasso rappresenta...".  Delusione Monti -  Pier Luigi Bersani però non ha digerito il no di Monti. Il segretario del Pd non è stato Scelta Civica che ha rifiutato l'offerta di corresponsabilità nella presidenza delle camere. "Con il Movimento 5 Stelle c'è stato un confronto non improduttivo, ma non è andato a buon fine", ha premesso il segretario del Pd. "Da altri c'è stato un disimpegno che ha causato un'evidente sorpresa". Intanto i grillini tirano dritto e Vito Crimi capogruppo al Senato serra i ranghi: "Proseguiamo per la nostra strada: il nostro candidato resta Orellana". Crimi aggiunge: "Ci attribuiamo il merito di avere stimolato il Pd per le loro scelte qualificate". Idea Schifani -  "Di fronte alla chiusura della coalizione di sinistra guidata da Bersani che porta il Paese in un vicolo cieco, noi con Renato Schifani offriamo una candidatura della   massima apertura e continuità istituzionale", spiega Angelino Alfano lasciando palazzo Giustiniani dopo la riunione  del senatori del partito in vista della terza votazione per l'elezione  della seconda carica dello Stato. "Quella di Schifani -precisa- non è una candidatura di parte,   avendo onorato la sua carica istituzionale: un ticket con Schifani   consentirebbe al governo di nascere e di affrontare i gravi problemi che abbiamo di fronte".

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