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Paola Ferrari dice no al Pdl e sulla laurea dichiara: "Non l'ho mai avuta, del resto non è necessaria per i ministri"

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In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica la conduttrice di "Domencia Sportiva" rivela com'era nata l'ipotesi "assessore" prima dello stop da parte di Maroni e le accuse per la mancanza del titolo di studio

Marta Macchi
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Laurea sì, laurea no: sembra che sia l'argomento del giorno, del mese anzi. Nella trappola anche Paola Ferrari, giornalista della "Domencia Sportiva" Rai, che sarebbe dovuta essere tra le nuove leve del Pdl. Lei però, a differenza degli illustri "colleghi", non ha mai mentito: "Tanto per capirci: non l'ho mai avuta, e non l'ho mai nascosto. E neppure ne ho mai comprata una. Del resto non è necessaria neppure per i ministri" rivela la conduttrice in un'intervista rilasciata a La Repubblica. Pare però che sia stato proprio il mancato titolo a darle l'immediato benservito  dalla politica ad opera di Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia, che ha bloccato la sua nomina.  Ma la Ferrari non ci sta: "Nella sua giunta ci sono assessori non laureati: e allora? La storia della laurea è un paravento, la realtà è diversa", e aggiunge con qualche rammarico: "Questa vicenda dimostra una volta di più che purtoppo si va avanti con il vecchio modo di fare politica, legato alla spartizione del potere e a interessi personali. Io sono fuori da questi schemi, quindi rinuncio". L'idea di diventare assessore era nata quasi per caso: da "amici del Pdl" era arrivata la proposta e poi l'incontro con il coordinatore regionale Mantovani. I requisiti richiesti erano semplici: "Una figura nuova, sganciata dalla politica, con tanta voglia di fare e soprattutto una donna". La giornalista era rimasta affascinata dalla sfida e aveva dato la propria disponibilità al progetto. Il momento prescelto però non è stato dei migliori e il problema "laurea" si è rivelato un handicap più grosso del previsto. Maroni ha imposto il veto, anzi ha dichiarato di non aver mai preso in considerazione l'ipotesi Ferrari, lei ha ritirato il suo appoggio alla giunta e in un attimo una carriera promettente si è rivelata una veloce caduta dall'Olimpo dei potenti. "Mi hanno attaccata da tutte le parti" dichiara la Ferrari senza mandarle troppo a dire: "Mi sono accorta che difficilmente sarei riuscita a fare l'assessore in modo serio. Forse i lombardi pensavano che dopo il risultato delle regionali qualcosa sarebbe cambiato. Non è così e lo dico con dispiacere". Non solo parole di amarezza ma anche una presa di coscienza che denuncia un modo di fare politica antiquato e non troppo corretto. Una donna che, nonostante le critiche, sa quello che vuole. Paola Ferrari resta dunque a condurre "Domenica Sportiva" ma non prima di aver fatto un personale, e forse anche un po' sarcastico, "in bocca al lupo" al presidente della regione: "Faccio i migliori auguri a Maroni e ai suoi assessori. Anche a quelli non laureati". 

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