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Renzi: "Ingiusti gli attacchi. Voglio un Pd vincente"

Matteo Renzi

Andrea Tempestini
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Schermaglie continue. Guerriglia. Cannonate. Apre il fuoco Matteo Renzi, risponde la nomenclatura democratica, e il sindaco non arretra di un millimetro. La breve cronistoria delle ultime ore inizia con l'attacco del rottamatore di domenica sera, in un'intervista al Tg5: oltre a ripetere l'appello a Pier Luigi Bersani ("sbrigati") Renzi boccia Anna Finocchiaro e Franco Marini nella corsa al Quirinale. Inadeguati. Risponde per prima la Finocchiaro. La butta sull'insulto: "Renzi? Un miserabile". Quindi Marini: "Dal sindaco parole gravi e offensive". "Insulti incomprensibili" - La controrisposta del sindaco arriva nella e-news settimanale. "Personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io, e che pensano milioni di italiani". Ossia, bene ripeterlo, che la tattica di Bersani sta paralizzando il Paese e che certe scelte sul Quirinale sono perdenti. "Mentre il Paese vive una difficoltà economica evidente - prosegue Renzi -, aggravata dalla mancanza di speranza e di fiducia che lo stallo politico produce, il clima istituzionale appare teso. Mi spiace che in questi giorni molti usino insulti che mi suonano incomprensibili". Ogni riferimento non è puramente casuale. Perdenti... - Poi il sindaco sale di tono. Rilancia l'offensiva. Con poche parole, al solito durissime e umilianti per un Pd che brancola nel buio assoluto: "Se qualcuno vuole parlare la linga dell'insulto, si accomodi. Io non raccolgo. Finché mi sarà possibile continuerò a dare il mio contributo perché l'Italia torni a competere e a sperare. E mi impegnerò perché il Pd diventi un partito vincente". Una sentenza, quella di Renzi. Un'etichetta attaccata sulla fronte di Bersani e sulla fronte di tutti i suoi "compagni" di partito che lo vogliono far fuori: siete dei perdenti. Le ultime elezioni lo hanno dimostrato.

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