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Renzi: "Il M5s pensa solo agli scontrini

Matteo Renzi

Andrea Tempestini
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  Che tra il M5s e Matteo Renzi non corra buon sangue è cosa nota. Beppe Grillo, per esempio, lo chiama "copia e disincolla": il ducetto pentastellato ritiene che il sindaco abbia copiato paro paro il programma del Movimento. Così, dal Salone del Libro di Torino, Renzi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. La prima bordata: "Grillo non è così bravo con internet, ma è uno straordinario animale televisivo che ha costretto la tv ad inseguirlo". Poi la seconda, pesantissima, bordata: "E' ridicolo che chi ha votato il Movimento 5 Stelle pensando che potesse cambiare le cose si trovi oggi 150 parlamentari impegnati a discutere solo sugli scontrini e sulle diarie. Io dico, prendete quei soldi e governate!". Così nella presentazione del suo libro Oltre la rottamazione, in cui di fatto, il sindaco di Firenze, rinnega il termine che lo ha reso famoso. "I grillini si spaccheranno" - Pochi minuti dopo, nell'intervista concessa a Lucia Annunziata a In Mezz'Ora, Renzi è tornato a parlare del Movimento 5 Stelle ribadendo un concetto espresso in mattinata: "Credo che il gruppo del M5s si spaccherà. Ha posizioni idologiche quando si tratta di andare dietro alla linea del leader, ma poi si spacca quando si parla di soldi e diaria", ha ribadito. Quindi altre critiche ai pentastellati, che "hanno saputo soltanto dire di no a tutto. All'alleanza col Pd, al governo, ai presidenti di Camera e Senato". Confidando probabilmente in una diaspora del Movimento, Renzi aggiunge che "c'è da lanciare una grande scommessa sul recupero dei voti dei Cinquestelle, ma non si fa con il politichese". Critiche al Pd - Al Salone del Libro si è poi parlato della manifestazione della Fiom a cui il Pd, tra le polemiche, non ha preso parte. "Non è necessario andarci. Non dobbiamo andare dietro ai sindacati. Un partito politico non vive di manifestazioni politiche fatte da altri. Io, per esempio - ha aggiunto - ho trovato ridicolo fare una manifestazione contro la povertà", ha spiegato riferendosi a un recente corteo organizzato dal Pd. "E' doveroso combattere la povertà - ha chiosato - ma non ci si pulisce la coscienza facendo una manifestazione, si devono creare posti di lavoro". Ma la reprimenda ai democratici non è terminata: "Aver fatto risalire Berlusconi è un errore gravissimo, che ha fatto una sinistra troppo sicura di sè e troppo sorda alle richieste della base. Noi l'abbiamo riportato in politica facendo un clamoroso errore". Il sindaco, inoltre, conferma di non essere in corsa per la segreteria del Partito democratico. "Governo può durare" - In collegamento con l'Annunziata, sempre sul governo Letta, Renzi ha aggiunto che "è l'espressione della sconfitta del centrosinistra, il primo a riconoscero è proprio Letta, che è una brava persona e capace, ma sa bene che non è il governo che volevamo noi. Le elezioni le abbiamo sostanzialmente pareggiate, per timidezza forse, sbagliando la campagna elettorale, ma abbiamo regalato a Berlusconi la possibilità di tornare in partita. Oggi - ha proseguito - si tratta di ripartire: oggi non c'è alternativa al governo Letta, e son contento se fa bene perché faccio il tifo per il mio Paese". Renzi puntualizza che Letta "si è dato un arco di tempo di 18 mesi per fare le riforme, quanti mesi sono cambia poco. Gli italiani dicono arrivi pure al 2016, se lavora bene. Secondo me - ha aggiunto - questo esecutivo può durare anche un anno in più rispetto al limite dei 18 mesi". Brunetta e Mondadori - Quindi una battuta sulla polemica per il fatto che il sindaco ha pubblicato il suo libro con Mondadori, la casa editrice di Silvio Berlusconi: "Perché Mondadori? Perché è un'ottima casa editrice". Renzi, a In Mezz'Ora, è poi tornato sugli insulti rivolti da Dario Fo a Renato Brunetta per la sua altezza, un caso che ha fatto molto discutere nelle ultime settimane: "Ci sono tanti motivi per non trovarsi d'accordo con Brunetta e criticarlo, ma andargli contro sugli aspetti fisici è molto volgare. Ho trovato razzista e sbagliatissimo l'insulto rivologli qualche tempo fa da Dario Fo".  

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