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M5S, Grillo: "Ai ballottaggi non appoggiamo nessuno"

Beppe Grillo

Nel suo ultimo posto il leader pentastellato si scaglia contro media e partiti, poi minaccia i suoi eletti: "Pronto a cacciarvi"

Sebastiano Solano
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E' dura per Beppe Grillo fare i conti con la realtà. La sonora debacle delle ultime amministrative ha dissolto qualsiasi velleità di arrivare al 100% dei consensi, come pure il guru dei cinque stelle va vaneggiando. Il voto ha riportato il M5S sul pianeta Terra. Ma l'autocritica non è proprio il miglior pregio di Grillo. Così, dopo aver scaricato la responsabilità della sconfitta sugli italiani che non hanno capito la portata della suo messaggio, spiega dal suo pulpito - il blog - perché il M5s ha comunque vinto: "Il cosiddetto risultato disastroso di ieri consentirà a circa 400 consiglieri del M5S di entrare nelle municipalità, di fare proposte, operare da sentinella per i cittadini. E' tanto? E' poco? E' comunque un risultato che consente al M5S di raddoppiare la sua presenza nei Comuni".  Nessun trionfo M5s a febbraio - Insomma, il M5s ha vinto anche stavolta, anche se nessuno pare essersene accorto. Forse Grillo non sa più a che santo votarsi. Premette nell'incipit del suo post: "Non abbiamo fretta. Anche ieri, dopo le comunali è stato un giorno come un altro. Nessun trionfo a febbraio, nessun tonfo a maggio". Ma allora chi è quel Beppe Grillo che da tre mesi diceva, un giorno si e l'altro pure, che il M5s ha stravinto le politiche, che è il primo partito, che finalmente tutti abbiamo sentito il boom del Movimento? Forse un omonimo, non c'è altra spiegazione. Sarà colpa dei media. Pennivendoli di regime - Perché, stringi stringi, alla fine la responsabilità è sempre delle tv e dei giornali, dei cronisti prezzolati, dei pennivendoli di regime. "Dopo le elezioni politiche la stampa e le televisioni si sono scatenate contro il M5S come se fosse l'anticristo con una rabbia, un odio, un disprezzo che non ha riscontro nella Storia d'Italia. L'informazione è l'ultima barriera che protegge processi, corrotti, status quo. E' l'arma letale nelle mani dei partiti". E' la risposta a chi ieri aveva invocato, o sperato, in una retromarcia di Grillo sugli attacchi ai giornalisti. L'obiettivo del capo dei cinque stelle è però la Rai, di cui pensa di impadronirsi con la presidenza del Copasir: "La fogna che è ora la RAI, che perde 200 milioni di euro all'anno, nonostante canone e pubblicità, con una pletora infinita di dipendenti e "esterni" va riformata al più presto, tolta dal controllo dei partiti. Più che andare in televisione, bisogna cambiare la televisione. E' un obiettivo del M5S".  Non appoggiamo nessuno al ballottaggio - Ma i giornalisti non sono gli unici colpevoli da punire. Ci sono anche i partiti da eliminare, a cominciare dai prossimi ballottaggi: "Ogni tanto è bene ribadire che il MoVimento non è un partito, non fa alleanze con i partiti, né inciuci. Questo vale per i prossimi ballottaggi dove non appoggeremo la destra e tanto meno la sinistra, tra loro non c'è alcuna differenza, forse la destra ti prende un po' meno per il culo". E se il messaggio non fosse chiaro, soprattutto tra i parlamentari del M5s, due righe dopo arriva la minaccia di ritorsioni: " Scrissi che chi voleva l'accordo con il pdmenoelle aveva sbagliato a votarci. Lo confermo e estendo il concetto. Chi si è candidato per il M5S al Parlamento e vuole un accordo con il pdmenoelle scordandosi degli impegni elettorali e della sua funzione di portavoce per realizzare il nostro programma, è pregato di avviarsi alla porta". Insomma, all'interno del M5s c'è aria da resa dei conti. Chi sarà il prossimo ad essere espulso?

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