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Grillo-Bersani, l'accordo c'era ma è fallito per un soffio

Bersani e Grillo

La parte dissidente del movimento aveva cercato l'alleanza ma qualcosa è andato storto e adesso Beppe cerca i "traditori"

Marta Macchi
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Un gruppo di eretici, pronti ad abbandonare il grande capo e a fare accordi clandestini con il nemico. Beppe Grillo non mente, nel Movimento Cinque Stelle esiste una fronda dissidente che trama, segretamente, alle spalle del duo Casaleggio-Grillo. Ma il leader pentastellato lo ha detto: "Li scoveremo tutti e non faremo prigionieri". Da oltre due mesi infatti i sanculotti grillini "traditori" si stanno incontrando clandestinamente perché - secondo loro - seguendo le indicazioni del vertice, fino ad ora, non si è arrivati da nessuna parte e si è venuti meno all'impegno preso nei confronti dei cittadini votanti: ossia aprire il Parlamento come "una scatoletta di tonno". Per ora l'apriscatole resta in tasca o al massimo posato sullo scranno (per la foto da condividere su facebook). Molti di loro accusano il capofila di aver buttato al vento la grande occasione di fare qualcosa di concreto non appoggiando, al momento opportuno, il governo capitanato dal Pd e permettendo così a Berlusconi di fare il bello e il cattivo tempo di quell'esecutivo a larghe intese che - la maggioranza del Paese - non avrebbe voluto. Il Movimento è restato in silenzio e nascosti dietro al motto sedizioso del "Tutti a casa" alla fine sono entrati nel sistema, comodamente seduti a godersi lo spettacolo: "Nessuna alleanza -sosteneva  e sostiene Grillo - la sinistra ci prende per il culo più della destra". Alle dichiarazioni poi sono seguiti gli attacchi e nel calderone anti-mediatico Gabanelli, Floris è finito persino Rodotà "Ottuagenario miracolato dalla rete"(ma non lo avevano proposto loro?). Chiunque si metta contro il Movimento è bollato, a vita. Sulla fronda rivoluzionaria del Movimento si è molto discusso ma, oltre la leggenda, c'è la certezza di un incontro. Pare infatti che ad inizio aprile  i grillini disillusi abbiano contattato un personaggio che potesse svolgere un ruolo d'intermediazione tra loro e Pierluigi Bersani. Il mediatore - come scrive il Fatto Quotidiano -  era Sonia Alfano  da sempre vicina ai dissidenti. La proposta: la disponibilità ad abbandonare il Movimento e a creare un gruppo autonomo che potesse così appoggiare la fiducia al Senato e ad un governo Pd in cambio della protezione sufficiente dalla possibille vendetta mediatica di Grillo e Casaleggio oltre alla condivisione di una serie di punti del programma. Il contatto avviene, segretamente e privatamente. Una telefonata, poi un'altra: Bersani, che Berlusconi lo vorrebbe a casa da tempo, manda il senatore Miguel Gotor, in Sicilia per l'incontro ma qualcosa non va. Una parte dei grillini ci ripensa, così come una fetta di quel Pd che già era intenzionata a sostenere il Governo delle larghe intese con Berlusconi e Monti. Il resto poi è storia. Eppure c'è ancora una fronda tumultuosa che arde sotto le ceneri apparentemente serene dei Cinque Stelle , e che dopo la sconfitta alle amministrative si alimenta sempre di più, ed è rappresentata proprio da quei "cittadini" a cui personaggi come Rodotà, Vendola o Barca hanno aperto le braccia in vista di una nuova sinistra, "clandestina", e anti-Berlusconiana. Come sostiene Grillo "Ne resterà soltanto uno.." ma la storia si sa, rivela sempre delle inaspettate sorprese.

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