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Berlusconi sfida il governo:prenda Angela per le corna

Berlusconi e Merkel

Matteo Legnani
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Silvio Berlusconi rimane del suo avviso. È la Germania l'ostacolo che si interpone tra l'Italia e la speranza di ripresa economica. Se non ci si ribella alla politica egemonica della cancelleria tedesca, addio. Studiare misure per la crescita rischia di essere inutile se il governo non piglia per le corna il toro teutonico. Perciò il Cavaliere rimane perplesso di fronte al commento del premier Enrico Letta, che declassa al rango di "battuta" la dialettica anti-tedesca lanciata l'altro giorno del leader del Pdl attraverso le colonne del Foglio. È gelo con Arcore. Berlusconi era "serissimo", fanno sapere dall'entourage. Altro che battuta. Come «serissima» è la situazione in cui versa l'economia italiana. Per cui - ribadisce l'ex premier - o Letta si sveglia e prende di petto la signora Merkel o viene meno a una delle regole di ingaggio del governo. Poi, va bene, nel Pdl tengono conto anche del contesto in cui Letta ha parlato. Alla festa di Repubblica a Firenze. Luogo dove il capo del governo aveva l'obbligo di smarcarsi dall'imprimatur berlusconiano. Per cui a via dell'Umiltà non ci ricamano troppo su. Anche se a fine giornata si mettono in fila tanti inviti azzurri, rivolti all'esecutivo, a liberarsi dal giogo dei crucchi. "Un'Europa ad esclusiva trazione tedesca ha mostrato tutti i suoi limiti e fallimenti», ricorda il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, "la Germania non è intoccabile, non siamo più disposti ad accettare lezioni di stile, il presidente Letta deve far sentire la sua voce, ci aspettiamo uno scatto d'orgoglio da lui". Anche l'ex ministro Maurizio Sacconi sposa la linea antitedesca del Cavaliere: il governo di Berlino ha assecondato i suoi interessi geopolitici a discapito di quelli italiani. E ora "il chiarimento politico nell'Unione deve essere un obiettivo per tutti gli italiani senza subordinare l'interesse nazionale alla competizione interna". Se Silvio alza il tono della polemica, non è per minacciare la tenuta del governo. Ma, come spiega Daniela Santanchè, quello che siede a Palazzo Chigi non è un esecutivo che può permettersi il lusso di tirare a campare: "Durerà fino a quando darà le risposte che chiediamo. Un mese, sei mesi, due anni. Letta può farcela", però "deve avere più coraggio". Più coraggio su Imu, Iva, sulle agevolazioni alle imprese che assumono. Proprio  a proposito dell'imposta sugli immobili, ieri si è registrata una frizione tra Renato Brunetta e Fabrizio Saccomanni, con il capogruppo azzurro che ha rintuzzato il ministro, il quale aveva parlato di "rimodulazione dell'Imu per le fasce più basse". "Sorprende che un ministro tecnico dimostri di non conoscere i fondamentali di ogni sistema fiscale", bacchetta Brunetta, ricordando che "l'Imu è un'imposta reale, si applica alle cose e non alle persone". In giornata Saccomanni aveva anche aperto all'ipotesi di  Eurobond a progetto. Potrebbe essere questo il primo terreno di scontro con la Germania. di Salvatore Dama

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