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Casini si allontana da Monti e sul Cav: dobbiamo fare i conti con chi aderisce al Ppe

In un'intervista il leader centrista parla della riorganizzazione dell'area moderata e di un nuovo possibile centrodestra

Lucia Esposito
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Contiunano le manovre di allontanamento di Pier Ferdinando Casini da Mario Monti soprattutto dopo la sua minaccia di ritirare il sostegno al governo Letta se non cambia marcia. Insomma la terza gamba del governo sarebbe pronta a lasciare il governo se non ci sarà un'accelerazione sulle riforme. Casini interviene nel dibattitto rilasciando un'intervista a La Repubblica in cui sostanzialmente dice che Letta deve darsi una "scossa" perché "non può più tirare a campare. Se non riuscirà a governare è meglio che ne tragga le conclusioni mettendo tutti davanti alle proprie responsabilità. Ma sarebbe una sconfitta per tutti e una sciagura in questo momento per il Paese". Poi una stilettata contro l'ex premier: "La politica non è un concorso universitario è un qualcosa di un po' più complesso".  Ritorno al passato - Ma quando il giornalista gli chiede se è interessato a un nuovo centrodestra con Berlusconi, Casini strizza fortemente l'occhio e dice: "la riorganizzazione dell'area moderata italiana è questione centrale del dopo Berlusconi. Non so quanto possa servire il riutilizzo del marchio, non penso si possa tornare a venti anni fa solo con questa suggestione  e comunque il tema centrale è quale politica si vuole realizzare. Le alleanze politiche sono figlie di scelte politche chiare, altrimenti si torna al Pdl e all'illusione che basti una sigla che sanare quelle contraddizioni. E non eslcude la possibilità di un ritorno al passato quando diche "Epifani parla di riorganizzazione dei progressisti. Noi dovremo fare necessariamente i conti con gli schieramenti europei, con chi aderisce al Ppe. Io voglio guardare avanti non recrimonare sul passato. Ma certo, solo chi è in malafede o accecato dal pregiudizio può non riconoscere quanta parte di ragione abbia avuto l'Udc in questo ventennio". 

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