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Gli scenari del 30 luglio: ecco cosa può attendersi Berlusconi

Tre le possibilità: rinvio del processo a un nuovo appello, Cav assolto in via definitiva oppure condannato

Matteo Legnani
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Ecco cosa può attendersi il Cavaliere dall'udienza in Cassazione del prossimo 30 luglio: la suprema corte potrebbe accogliere uno dei motivi di ricorso contro la condanna elaborati dal collegio difensivo di Berlusconi e in questo caso annullare la sentenza d'appello, che ha visto l'ex premier condannato a 4 anni di carcere e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. In questo caso, potrebbe essere deciso il rinvio a un altro processo d'appello su specifici punti, oppure l'assoluzione secca e definitiva per il Cavaliere.  La Cassazione potrebbe invece respingere i ricorsi di Ghedini e Coppi e confermare la condanna di Berlusconi per frode fiscale sui diritti tv (evasione da 4,9 milioni nel 2002 e da 2,5 milioni nel 2003). In caso di condanna, 3 dei 4 anni di reclusione sarebbero "coperti" da indulto, mentre per l'anno residuo il fondatore del Pdl andrebbe in affidamento ai servizi sociali. Sarebbe la Giunta per le immunità, presieduta dal vendoliano Dario Stefàno (che si è detto pronto a "lavorare anche in agosto, se necessario"), a dover prendere atto della interdizione, votando la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore e la sua incandidabilità a qualunque carica istituzionale (Quirinale compreso) per 5 anni. Qui il voto è palese, con Pd, Sel e Movimento 5 stelle che hanno una solida maggioranza, per cui il voto contro Berlusconi sarebbe scontato. Poi, però, la palla passa all'aula del Senato, ramo del Parlamento al quale (non a caso) il Cavaliere appartiene. Lì, il voto per l'esclusione dalle cariche pubbliche avverrebbe a scrutinio segreto, e con Pd, Sel e 5 stelle che possono contare su 165 senatori a fronte di una maggioranza fissata a quota 159. Ed è lì, nel segreto dell'urna, che si potrebbe compiere il "salvataggio politico" (i 4 anni di carcere non glieli toglie nessuno) di Berlusconi, per il coagularsi degli interessi di chi punta tutto sulla stabilità e teme che l'interdizione del leader Pdl possa avere conseguenze "letali" per il governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.

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