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Berlusconi blinda Alfano: "Resta al suo posto, la colpa è di burocrati e toghe"

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

Silvio ha le idee chiare sulla "crisi kazaka": "Le responsabilità sull'espulsione sono di magistratura e funzionari ministero. Il governo vada avanti"

Ignazio Stagno
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"Alfano non si tocca". Silvio Berlusconi difende il ministro degli interni Angelino Alfano dopo la sua relazione a Camera e Senato sul caso dell'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov. "Alfano non ha colpe e non si tocca. Né lui né il governo. Non vedo nulla che possa mettere in discussione la stabilità, nulla che possa provocare una crisi. Con tutti i problemi che ha il Paese, e i segnali negativi che giungono dall'economia", afferma Berlusconi in un'intervista al Corriere della sera. Per il Cav i responsabili del pasticcio kazako sono altri. Colpa di toghe e burocrati -  La colpa è "dei burocrati e di quattro magistrati". Poi l'ex premier prova a disinnescare le mine kazake che parte del Pd ha messo sotto la poltrona di Letta: "Non vedo nulla che possa mettere in discussione la stabilità, nulla che possa provocare una crisi. Con tutti i problemi che ha il Paese, con i segnali negativi che giungono dall'economia... L'aumento del debito pubblico, i dati sulla disoccupazione, il problema del credito alle imprese, del costo del lavoro... E qualche irresponsabile pensa davvero di far saltare Alfano per far saltare il governo? Non scherziamo".  Gazzarra indegna - Il Cav comunque blinda Alfano e sgombra il campo da sospetti maligni sul suo appoggio al vice premier: "Angelino non si tocca. E giudico assurde queste mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni, che impegnano il Parlamento e fanno perdere tempo in un momento così difficile e preoccupante. Questa indegna gazzarra, in una fase tanto drammatica per il Paese, si commenta da sé. La vicenda è scabrosa, ma non può essere da ostacolo alla durata del governo. Mi sembra davvero che si stia dando alla questione una rilevanza esagerata. Non c'è, non ci può essere, alcuna minaccia di alcun tipo. A meno che qualcuno non pensi a gesti sconsiderati di cui si assumerebbe la responsabilità davanti agli italiani". Insomma il Cav difende Alfano e assicura che il governo resterà in carica senza subire "crisi kazake". Berlusconi indica i colpevoli della vicende che sta mettendo con le spalle al muro Alfano: "È la burocrazia che ha deciso di poter far da sola, muovendosi in piena autonomia e con l'avallo — è bene ricordarlo — di quattro, dicasi quattro magistrati. O i giudici sono bravi solo quando si occupano di Berlusconi? Eh no, i magistrati hanno dato validità formale al provvedimento di espulsione". Io non c'entro -  Infine su un suo presunto incontro lo scorso 6 luglio col presidente kazaco, il Cav chiarisce: "Vengo sempre tirato in ballo, per qualsiasi cosa. La verità è che con questo Nazarbayev io non ho nessun rapporto di amicizia, figurarsi di intimità. Sono stato ad Astana una sola volta, di ritorno da un vertice del G8. E non sono l'unico tra i capi di Stato e di governo dell'Occidente ad averlo incontrato. Quanto alla storia che l'avrei visto in Sardegna, è una falsità: quel giorno non mi sono mosso da Arcore. Eppoi, come avrei potuto? Galliani mi ha detto che la villa dove Nazarbayev ha soggiornato non ha lo spazio per far atterrare un elicottero. Quindi...". Il Cav dunque ha le idee chiare: "Il governo va avanti e Alfano resta al suo posto. Il resto sono solo sciocchezze...". (I.S.)

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