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Belpietro: "Se condannano Berlusconi il Pd licenzia Letta"

Andrea Tempestini
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Possiamo dire che ce l'aspettavamo? A differenza di qualche collega più ottimista che nei giorni scorsi parlava di possibile colpo di scena e si spingeva  a ipotizzare un'assoluzione per Fede, Mora e Minetti, noi non siamo affatto sorpresi della sentenza pronunciata ieri dal Tribunale di Milano. Non avremmo potuto dire se la pena comminata sarebbe stata di sette o cinque anni, ma se ci fosse stato richiesto  avremmo scommesso senza tentennamenti su una condanna, perché non avrebbe potuto essere altrimenti. L'accoglimento delle tesi dell'accusa e dunque l'inevitabile pena che si tirava dietro erano per noi  nella logica delle cose: una specie di evento scontato. Infatti, per quanto la composizione della Corte fosse diversa da quella che ha recentemente giudicato Silvio Berlusconi, era assodato che il pronunciamento non avrebbe potuto contraddire la sentenza contro l'ex premier. (...) Sul quotidiano di sabato 20 luglio il commento del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sulla sentenza di primo grado nell'ambito del processo Ruby-bis. Una stangata per i tre imputati: Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Belpietro ci spiega perché la sentenza è scontata. E perché il processo è sbagliato. Dopo aver impallinato il Cav in primo grado, le toghe non potevano che inchiodare - a prescindere - anche gli imputati del procedimento parallelo. E se la Cassazione, poi, sul caso dei diritti Mediaset, confermasse la condanna di Berlusconi, c'è anche il rischio che il governo coli a picco. E non tanto per la reazione del Cav, ma perché qualcuno nel Pd potrebbe approfittarne per mandare a casa Letta.   Leggi il commento di Maurizio Belpietro su Libero di sabato 20 luglio  

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