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Il Pd è pronto a far fuori Berlusconi:"Voteremo la decadenza da senatore"

La sinistra torna forcaiola. I dem sono pronti a far fuori Silvio dal Senato. Casson e Pittella spingono per il voto. E l'Anm si infuria per il videomessaggio: "Basta insulti"

Ignazio Stagno
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Il passo del gambero. La mossa preferita del Pd. Da tempo i democratici avevano abbandonato le velleità forcaiole e giustizialiste. Ora dopo la condanna del Cav in Cassazione per il processo Mediaset, i dem ritrovano la linfa togata e salgono ancora sul carro dei magistrati. Il primo a indossare l'elmetto impolverato da manettaro è stato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. Subito dopo la sentenza ha affermato: "La condanna di Silvio Berlusconi è atto di grande rilevanza. Per quanto riguarda il Pd questa condanna va non solo, come è naturale, rispettata ma va anche applicata e resa applicabile e a questo spirito si uniformerà il comportamento del Gruppo parlamentare". Votiamo per la decandenza - E oggi sul voto previsto per la decadenza della carica di Senatore del Cav, Epifani afferma: "Sarebbe singolare che si votasse in difformita' da una sentenza della corte di Cassazione, l'organo supremo che mette la parola fine alle sentenze e ai processi. Bisogna tenere separate le questioni giudiziarie da quelle politiche: noi non possiamo piu' accettare o pensare che possa accadere quello che e' accaduto quando la Corte di Cassazione fisso' il giorno dell'udienza, attacchi alle istituzioni e all'autonomia della magistratura non sono tollerabili. Il travaglio interno al centrodestra va visto con grande rispetto pero' c'e' un limite oltre il quale non si puo' andare". Poi al Cav che ha affermato "se non c'è riforma dellqa giustizia si torna al voto", Epifani risponde così: "Con molti se e con molti ma, qualora avesse detto questo, vuol dire che romperebbe quel patto contratto con gli italiani al momento di creare un governo di servizio". L'accelerazione -  Così visto il clima manettaro, le toghe hanno messo il turbo alle procedure. La Cassazione ha bruciato i tempi e ha trasmesso già nella serata di giovedì 1 agosto alla procura di Milano la sentenza di condanna contro il Cavaliere. La procura meneghina si prepara così a consegnare ai carabinieri l'ordine di carcerazione. Così, già oggi, i militari dovranno individuare l'ex premier e consegnargli il provvedimento. Contestualmente all'ordine di carcerazione, a Berlusconi verrà consegnato il provvedimento di sospensione della pena, che gli dà trenta giorni di tempo per chiedere misure alternative alla detenzione. Dal Pd si torna all'antica usanza di tifare toga per battere Berlusconi. Vogliono farlo fuori -  La prima cosa da fare per il Pd è quella di far fuori dal Senato il Cav. E il dem Gianni Pittella è prontissimo: "Il nostro appoggio al governo resta. Tutto questo ovviamente a patto che il Pdl non abbia reazioni inconsulte, che non ci sia la pretesa di non votare la decadenza di Berlusconi, che non ci siano dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl, che non si interrompano i lavori parlamentari", afferma il vicepresidente del Parlamento Europeo, intervenuto a ''Prima di tutto'', su Radio 1. Insomma il Pd si dà un gran da fare per votare compatto in parlamento per far fuori Silvio dai giochi. La Giunta -  Sarà dunque la Giunta a decidere se proporre all'assemblea la decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore. Ecco perché la questione potrebbe avere risvolti differenti, tenendo conto anche della composizione politica della Giunta per le elezioni e l'immunità del Senato. In totale questo organismo è composto da 23 membri, che sono ripartiti nel seguente modo: 8 sono del Pd, 6 del Pdl, 4 del MoVimento 5 Stelle, 1 di Scelta Civica, 1 della Lega Nord, 1 di Sel, 1 di Grandi Autonomie e Libertà e 1 delle Autonomie. Qui si gioca la prtita più dura per il Cav. Falco Casson - L'ex pm, ora parlamentare del Pd, Felice Casson è chiaro: "Il Pd deve prendere atto di questa situazione oggettivamente molto grave e impresentabile. Non si può avere a che fare con un leader condannato a 4 anni, non sarebbe consentito in nessuna parte del mondo. Penso che il Pd dovrà riunire i suoi organi principali, magari la direzione la prossima settimana, fare le valutazioni e votare che linea seguire”. Toghe offese - Così a rinsaldare l'asse sinistra-toghe ci pensa l'Anm, l'Associazione Nazionale Magistrati, che non ha digerito il videomessaggio di Berlusconi che ha definito i giudici "irresponsabili". Con una nota l'Anm risponde al Cav: "Sono inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati, fino alla Corte di Cassazione, insulti e attacchi che si risolvono in un'aggressione nei riguardi dell'intera magistratura. Se e' lecita la critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari, specialmente quando questa provenga da quanti sono direttamente destinatari della condanna, tuttavia sono inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati". Insomma la geografia dello scacchiere si ricompone come ai vecchi tempi. Da un lato le toghe con i "compagni" e dall'altro il Cav. (I.S.)

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