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La giustizia affossa Lettagoverno battutto 2 voltesulle norme per le toghe

Enrico Letta

Pdl e Lega hanno mandato sotto l'esecutivo al Senato su un emendamento per le nuove regole per l'accesso al concorso in magistratura

Ignazio Stagno
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La questione giustizia comincia  a far scricchiolare l'esecutivo. Il governo in questa settimana sta cercando di chiudere l'approvazione del "decreto Fare". Tra le pieghe del decreto ci sono anche le norme che regolamentano l'accesso alla magistratura. Su questo tema il governo è stato battuto per ben due volte con un emendamento presentato da Pdl e Lega Nord. L'esecutivo è andato ko due volte in Senato su un emendamento al decreto Fare che riguarda le nuove norme per l'accesso al concorso di magistratura.  Concorso in magistratura - Nell'aula di palazzo Madama l'esecutivo ha dato parere contrario a una proposta di modifica - presentata dalla Lega Nord e dal presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma (Pdl) - per abolire una misura che consente l'accesso al concorso in magistratura per chi ha fatto uno stage negli uffici giudiziari. La modifica è stata approvata con 205 sì, 38 no e 6 astenuti. Subito dopo, il governo è andato sotto sulla seconda parte dell'emendamento, su cui era nuovamente contrario. I voti favorevoli sono stati 184, i contrari 61 e gli astenuti 11. Insomma la questione giustizia continua a mettere Letta con le spalle al muro. Ma il fatto che il governo vada sotto può essere anche fisiologico su alcuni emendamenti. Ma in un momento caldo come questo i voti contrari alla linea dell'esecutivo da parte del Pdl e della Lega denotano un allarme che Letta farebbe bene a non sottovalutare.  Sequenza allarmante - In 3 giorni il governo è andato sotto per ben 3 volte. Martedì, il governo è stato battuto ancora, in Senato, su un ordine del giorno sempre della Lega nord durante l'esame del decreto Fare: l'esecutivo aveva infatti espresso parere contrario dall'ordine del giorno leghista per abolire la tassa sui telefonini, mentre i relatori si sono rimessi al voto dell'aula. In 143 hanno dato voto favorevole, 118 senatori hanno detto no e 10 si sono astenuti, con il governo che si era dichiarato contrario "per un problema di coperture2. I senatori leghisti e quelli delle opposizione hanno esultato all'approvazione dell'odg. "E' un ordine del giorno - ha smorzato i toni il presidente di turno Maurizio Gasparri - l'euforia dovrebbe essere rapportata allo strumento". Insomma per il momento vince la linea della prudenza. Ma se questa conseutudine dovesse diventare la norma allora Letta probabilmente ha davvero bisogno di una verifica in Aula. Dl Fare ok al Senato -  Intanto nonostante i k.o del governo, il decreto fare è stato approvato al Senato. Dopo un dibattito tormentato, e dopo essere stato battuto una seconda volta, il governo riesce a portare a casa il voto favorevole sul Dl del fare con 190 sì, 67 no e un astenuto. Ora il testo torna alla Camera per il via libera definitivo. (I.S.)

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