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Forza Italia, Berlusconi fa pace con Alfano e grazia i "traditori" siciliani

Berlusconi nella nuova sede di Forza Italia

Gelo nella nuova sede quando è entrato Castiglione che aveva parlato di gente pronta a tradire per restare con Letta. Il Cav: "Stai tranquillo. Ma non lo fare mai più"

Nicoletta Orlandi Posti
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In piazza c'erano decine di giornalisti, cameramen e tv. Anche molti curiosi e turisti mischiati tra i simpatizzati. Però solo tre bandiere forziste e un tricolore sventolavano mentre Silvio Berlusconi ultimava il tour tra i locali della nuova sede di Forza Italia inaugurata in piazza San Lorenzo in Lucina. Immagini d'archivio e il vecchio inno di Forza Italia rimbombava dalle casse messe ai lati del maxischermo dove venivano proiettati, con qualche difficoltà, i video della discesa in campo e altri comizi del Cavaliere. Chi stava fuori aspettava di vederlo affacciato al balcone, ma il leader di Forza Italia, ha soprasseduto dando il meglio di sé all'interno di Palazzo Fiano dove alle 17,13 ha tagliato il nastro. L'uso dei divani... - Scortato da Angelino Alfano, dal coordinatore Denis Verdini e Daniela Santanché, ha visitato le stanze disseminate lungo i 3.800 metri quadrati arredati con marmi, ori e nostalgia: le foto ricordo con i grandi della Terra appese alle pareti, il discorso della discesa in campo del 1994 stampato sul muro della sala riunioni che l'ha commosso. Berlusconi ha ammirato soddisfatto la sua stanza: cento metri quadri divisi in due ambienti da colonette di marmo, racconta Mattia Feltri su La Stampa, arredata da mobili laccati di nero con profili e decori in oro, un divano beige sempre con inserti aurei lungo quatto metri ("chissà che diranno dell'uso che ne farò", ha scherzato) e davanti alla scrivania la foto gigante, commissionata dalla Santanché, di Silvio con la mamma Rosa.  La guerra delle stanze - Lui magari userà poco questo ufficio, ma tra i colonnelli di Forza Italia è un simbolo: la vicinanza della propria stanza a quella del capo è indice di influenza e quindi di potere. I ben informati raccontano che per ogni scrivania c'è stata una lunga trattativa. Per tutto il pomeriggio, Alfano e Santanchè hanno seguito passo per passo il Cavaliere, a distanza simmetrica, senza preferenze o "vicinanze". Poi Berlusconi ha tuonato, bonario: "Portatemi nella stanza del segretario". Suggello alla serenità ritrovata (o auspicata?) con Alfano e piccolo sgarbo a falchi e Pitonesse. Come sempre, alla fine, il Cav riesce a camminare in equilibrio, senza scontentare nessuno fino in fondo.  I siciliani graziati - Il Corsera racconta di un blitz tentato da Verdini, incoraggiato dalla Santanché, di commissariare la Sicilia e dunque Alfano e quel Giuseppe Castiglione che si è permesso di assicurare un sostegno suo e di altri parlamentari siciliani ad un eventuale Letta bis. Quando è spuntato Castiglione, infatti, è calato il gelo nella stanza. Mattia Feltri ha notato che gli occhi di quanti ne vorrebbero l'esecuzione era tutti su di lui. Anche Berlusconi lo ha guardato, ma ha sorriso, gli si è fatto incontro (a qualcuno ricordava Marlon Brando-Vito Corleone, a qualcun altro il comandante di Auschwitz dopo la scoperta, tramite Oskar Schindler, che il sommo potere non consiste nel punire, ma nel perdonare). Berlusconi gli ha dato un buffetto sulla guancia: "Stai tranquillo. Ma non lo fare più".

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