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Vittorio Feltri, la rissa tra Pisapia ed ex Pd: fanno tutti schifo, salvo soltanto Bersani

Alessandra Menzani
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Peggio del centrodestra c'è solo il centrosinistra, che da mesi, anzi da anni, litiga al proprio interno e si assottiglia, predisponendosi a perdere le prossime elezioni, in programma per la primavera 2018. Una eventuale sconfitta del Pd non ci preoccupa affatto, anzi ci rallegra. Peccato però che non se ne avvantaggeranno i partiti dell' altra sponda, tranne forse il Movimento 5 Stelle che, pur essendo inaffidabile e sbandato, gode dei voti di molta gente disgustata dalla politica tradizionale. Vedremo come andrà a finire. Intanto limitiamoci a dire che i progressisti propendono per il suicidio. La loro unità è andata a farsi benedire da tempo e ultimamente lo sfaldamento degli ex comunisti è diventato addirittura irreversibile. Renzi detiene ancora la maggioranza del gruppo, che però si è ridotto a causa di beghe da cortile. Orlando, ministro della Giustizia, è andato per i fatti suoi. D' Alema è in perenne polemica con i compagni. Speranza poverino si dibatte come una falena ingabbiata in un lampione. Pisapia si è dato da fare inutilmente per creare una alternativa al renzismo. Risultato, un disastro senza precedenti. Siamo allo sfaldamento della sinistra, alla quale non resta che rassegnarsi alla sconfitta. Le risse intestine non hanno mai portato niente di buono. Bersani, considerato ormai un estremista rosso, in realtà è l' unico liberale pieddino. Nel suo curriculum ci sono le famose lenzuolate tese a liberalizzare il mercato italiano. Ciò nonostante egli passa per un comunista duro e puro. Incomprensibile. Non si capisce perché egli si sia distaccato dal plotone renziano. Teoricamente egli sarebbe più vicino all' ex premier che ai contestatori del medesimo. Eppure anche lui si sbatte per contestare il segretario. Dove voglia andare a parare non si sa. Si intuisce soltanto che il Pd è avviato a sfasciarsi. I vecchi reduci del Pci, da Veltroni al Baffino e allo stesso Bersani, dimostrano solo di essere irritati con il bulletto fiorentino, ma non sono in grado di creare una formazione capace di abbatterlo. E allora che senso ha la loro battaglia se non quello storico: «Crepi Matteo con tutti i filistei». E poi? Quand' anche il loro piano avesse successo, cosa accadrebbe? Il Pd andrebbe in malora a vantaggio di chi? Di Maio? Capirai che meraviglia. Si potrebbe ipotizzare che Berlusconi, Salvini e la Meloni riescano a vincere? Nossignori. Costoro hanno tante buone intenzioni ma sono privi dei suffragi necessari a costituire una base governativa solida. Pertanto siamo al campo delle cinque pertiche. Le urne non forniranno una soluzione, bensì getteranno sul tappeto un problema: non ci sarà una forza politica all' altezza di formare un esecutivo. L' instabilità è garantita. La stessa instabilità che affligge quasi tutti i paesi europei. Quindi saremo in cattiva compagnia. A dimostrazione che l' Ue è un coacervo di incapaci. In questo contesto acquista valore liberatorio il referendum Lombardo e Veneto. Se passa se non altro potremo dire che ci salveranno le vecchie regioni, parenti strette dei cento comuni italiani figli del Rinascimento, il periodo migliore che abbiamo vissuto. di Vittorio Feltri

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