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Paolo Gentiloni, ora vuole accelerare sullo ius soli: voto di fiducia?

Benedetta Vitetta
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Dopo il voto di fiducia sulla legge elettorale che ha dovuto letteralmente subire - la fiducia era infatti una soluzione che aveva categoricamente escluso al momento di insediarsi - ora Paolo Gentiloni è pronto a dar battaglia sullo ius soli. Vada come vada. È il retroscena scritto da Il Foglio secondo cui il premier "comincia a somigliare un po' di più a un autentico leader politico, anche negli inevitabili difetti. Sicché nei corridoi del palazzo ci si aspetta adesso che Gentiloni approfitti della perdita della verginità per compiere un altro strappo, uguale istituzionalmente e contrario politicamente rispetto a quello sul Rosatellum, mettendo la fiducia sullo ius soli come ultimo atto di legislatura, vada come vada".  Secondo la ricostruzione de Il Foglio, "oltre a tutti gli altri ottimi motivi, Matteo Renzi sarebbe stato spinto alla forzatura sulla legge elettorale anche dall'inconfessabile desiderio di macchiare un po' l'immacolato abito da presidente del consiglio. E in effetti a qualcuno non dispiace in queste ore sussurrare che, avete visto, neanche Paolo è perfetto. Ha dovuto, proprio lui così ligio, intestarsi uno strappo istituzionale che causa giornate di turbolenze di piazza. Ha dovuto rompere il recente incantesimo dell'uomo 'di altissimo profilo' nel nome del quale è andata in pezzi l'armata Brancaleone alla sinistra del Pd. E così, dopo un processo di emancipazione e autonomizzazione notato e apprezzato da tutti, è dovuto tornare alla casella di partenza, quella del governo fotocopia che deve solo eseguire i diktat del segretario del partito". Ed ecco qui la contromossa del premier: spingere l'acceleratore sulla battaglia per lo ius soli. Arrivano persino a pensare il voto di fiducia "come ultimo atto di legislatura". Sull'argomento Renzi "guarda i sondaggi ed è perplesso. Ma in quel caso sarebbe lui a dover assecondare la volontà del neo-decisionista presidente del Consiglio", conclude l'articolo.

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