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Denis Verdini, il retroscena: il consiglio a Silvio Berlusconi per piegare Matteo Salvini

Giovanni Ruggiero
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Ora che il Rosatellum è passato senza particolari affanni alla Camera e si prepara ad arrivare al Senato, c'è chi come Denis Verdini può tornare a occuparsi del ruolo che, secondo il retroscena firmato da Yoda sul Giornale, gli è più congeniale: "Il consigliere dei 'principi'". Tra un salvataggio e l'altro della maggioranza, Verdini "non ha perso il vecchio vizio di dispensare consigli" sia a Matteo Renzi che a Silvio Berlusconi. Sul fronte renziano, Verdini avrebbe spiazzato già i suoi detrattori, concedendo un'apertura a Renzi tra le più inaspettate, almeno stando a una fonte a lui molto vicina: "Dopo la strambata a destra con la fiducia sul Rosatellum, lo skipper Renzi si prepara a portare la barca del Pd in equilibrio, con la strambrata a sinistra, cioè la fiducia sullo Ius soli". Ma è sul fronte berlusconiano che il retroscena si fa succulento. Verdini avrebbe provato a suggerire qualche buon consiglio sull'imminente trattativa che il Cav dovrà aprire sulle candidature tra lui e Salvini. Per anni Verdini se n'è occupato in prima persona, l'esperienza insomma non gli manca: "Il problema è non sbagliare la prima mossa - ha spifferato -. Il plenipotenziario di Silvio, chiunque esso sia, deve subito dire ai leghisti sui collegi uninominali: il 60% a noi, e il 40% a voi. E lì stare fare fermo. Anche perché se si rompe sono sicuro che chi ci rimette è Salvini, che in questo caso finirebbe per avere meno seggi di Forza Italia. Per cui si parte dal 60%, poi magari sarà Berlusconi nella sua grande bontà a chiudere al 55% o al 50%". Definito il nodo delle quote, resta da capire chi e come mettere nelle liste: "Silvio - ha aggiunto Verdini - corre il rischio che, scegliendo insieme i candidati nei colleghi uninominali, Salvini gli proponga dei nomi che nominalmente sono di Forza Italia, ma che nella sostanza sono leghisti camuffati. A quel punto il Cav deve seguire lo stesso metodo che usano i ragazzini per comporre le squadre quando giocano a calcio in oratorio: per farle equilibrate, ognuno si deve scegliere i suoi. Per cui si stila una classifica dei collegi, dai più sicuri in giù, e un nome lo mette Silvio e un altro Salvini. Senza che l'uno possa interferire sulle scelte dell'altro". Se Verdini si spreca in tutti questi consigli, sotto sotto c'è un motivo fortissimo, in qualche modo di natura personale: "Ognuno ha i suoi sogni - ammette - il mio è quello di avere Renzi premier e Gianni Letta sottosegretario alla presidenza del Consiglio".

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