Silvio Berlusconi e il giallo della giudice donna: "Sì, la vorrei con noi in Forza Italia"
Silvio Berlusconi ha aperto la campagna elettorale ad Ischia. Un comizio memorabile, tra promesse, programma e battute. Un comizio da "sezionare", dichiarazione per dichiarazione. Tra queste, anche il misterioso passaggio su un magistrato, di cui vi diamo conto nell'articolo che segue a firma di Fosca Bincher. LA GAFFE SULLA BCE E IL GIALLO DEL MAGISTRATO Tutto è nato con una gaffe. Nel bel mezzo del suo discorso a Ischia Silvio Berlusconi ha raccontato le meraviglie compiute quando era al governo. Come il gran prestigio internazionale di cui avrebbe goduto l'Italia quando lui era alla guida. Ma al primo esempio fatto gli è scappata una gaffe: «Fra le cose che ho fatto - addirittura avendo la contrarietà di Angela Merkel - sono riuscito a imporre Guido Carli alla guida della Bce...». Pubblico giustamente disorientato: Carli fu banchiere centrale, ma scomparve nel 1993, un anno prima che Berlusconi arrivasse per la prima volta al governo, e 5 anni prima della nascita della stessa Bce. Il cavaliere ha capito che doveva avere detto qualcosa di sbagliato, ma non dove fosse l'errore: «Ah sì... non la Bce, come si chiama quell'istituto...?». Dal pubblico qualcuno gli ha gridato: «Mario Draghi, non Carli!». Il leader azzurro allora si è corretto, aprendo però un altro giallo: «sì, sì... Mario Draghi alla Bce. Scusate, ma è che di questi tempi ho sempre in testa quel cognome - Carli- perché sto cercando di convincere un giudice veneto che mi piace molto e ha quel nome di venire dalla nostra parte...». A meno di altri errori in Veneto non ci sono famosi magistrati con quel cognome: né giudici né pm. Uno però c'è ed è una donna: si chiama Francesca Carli, è giudice onorario a Vicenza, e ogni tanto passa all'onore delle cronache locali perché è portata ad assolvere gli imputati anche in casi dove ti immagineresti la condanna (ubriaco alla guida, evaso per 12 ore dal carcere, e così via). Un identikit che certo può piacere al cavaliere, ma chissà se è proprio Francesca il giudice che lo appassiona. RIECCO LE BERLUSCONES CON TACCO 12 E MINIGONNA Bastava dare un'occhiata alla platea dei fans di Silvio accorsi a sentire ad Ischia l'inizio della campagna elettorale per tornare indietro di alcuni anni. Come ormai non accadeva più (ma a Fiuggi c'era stato l'antipasto), ecco in mezzo la folla svettare gentili signorine piuttosto discinte e non sempre elegantissime. Decine e decine di vistosi tacco 12 e minigonne come a bei vecchi tempi, non poche con bigliettino da visita in mano nella speranza di potere essere notate dal leader e farglielo scivolare in una tasca. «Allora vinciamo di sicuro!», commentava divertito un parlamentare di lungo corso di Forza Italia a cui non è sfuggito il panorama... PRONTO ALL'AFFONDO SU TRUMP, POI CI RIPENSA ED ELOGIA MELANIA La tentazione c'è stata e sembrava forte: «Che pena vedere i candidati alle presidenziali che gli americani hanno messo in campo. C'è un'incredibile crisi di leadership a livello internazionale. Ora c'è questo signor Trump...», si è lasciato sfuggire Silvio Berlusconi ad Ischia. Un sorprendente affondo contro il presidente Usa da parte di un leader politico europeo che gli sembrava così affine... Il Cavaliere si è morso subito la lingua, girando sul rosa: «Di lui guardiamo soprattutto la moglie e la figlia». Poi si è perso in un racconto su Gheddafi che non conosceva i bidè e allora glieli ha costruiti lui («Così ho fatto imparare a quei grandi scopatori che sono gli africani anche l'arte dei preliminari...»), ma alla fine qualcosa di negativo su Trump voleva proprio dire, e ha chiuso spiegando che con leader così «oggi abbiamo grandi rischi nel mondo. Ma riguarda più voi che me...». di Fosca Bincher