Renzi, la furbata sulle banche. Così fa godere la Camusso: toh, chi vuole candidare
Mentre la Bicamerale sulle banche fa finta di affondare il colpo per portare alla luce le responsabilità dei crac allo sportello, le porte girevoli tra la politica e l'industria creditizia del Paese continuano a girare. Nonostante le dichiarazioni di rito - e nonostante i pasticci accertati in questi ultimi anni - i vasi comunicanti tra i due mondi non si sono interrotti. L'ultimo collegamento è nato mercoledì scorso, nel giorno dell'accordo tra Intesa e i lavoratori delle banche venete. Il primo gruppo finanziario del Paese a luglio scorso ha comprato per la cifra simbolica di 1 euro la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ne è seguito il solito confronto per quanto riguarda gli aspetti occupazionali. Il dialogo è durato alcuni mesi. L'accordo si è concluso e la pace, sul versante dei lavoratori, sembra assicurata. Ma qui la faccenda interessa fino a un certo punto. Sul fronte sindacale, l'attenzione degli addetti ai lavori si è concentrata in particolare su uno dei firmatari, Giuliano Calcagni della Fisac, il braccio creditizio della Cgil. Secondo indiscrezioni, Calcagni sarebbe in pole position per avere un posto blindatissimo, nelle liste del Partito democratico, alle prossime elezioni politiche del 2018. Il sindacalista, renziano doc, dovrebbe essere contattato nei prossimi giorni dagli sherpa del segretario dem Matteo Renzi. Cosa c'è dietro questa mossa? Pur di recuperare consensi, il leader democratico punta a rinsaldare, a tutti i costi, i rapporti con la Cgil. Per il Nazareno si tratterebbe della soluzione migliore volta a strappare consenso all'ala sinistra fuoriuscita con Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema, quella che ha dato vita a Mdp e corre il rischio di creare seri problemi nelle urne all'ex sindaco di Firenze. Di qui l'idea di assicurare un po' di seggi al grande capo della Confederazione, Susanna Camusso. Il quadro bancario, in ogni caso, non sarebbe l'unico sindacalista destinato a fare il trasloco da Corso Italia alle liste elettorali e quindi al Parlamento italiano. L'elenco dei dirigenti Cgil in procinto di compiere il salto nell'arena politica, infatti, potrebbe allungarsi sensibilmente. Renzi sarebbe costretto a scontentare qualche fedelissimo. In cambio punta ad avere un bel pacchetto di voti che potrebbe rivelarsi decisivo per il risultato finale.