Renzi, il "complotto russo" per farlo cadere: l'ex vicepresidente Usa e la soffiata sul referendum 2016
Un "complotto internazionale" per far cadere Matteo Renzi. Fantapolitica? No, una denuncia partita niente meno che dalla Casa Bianca e dintorni. A lanciare l'accusa è l'ex presidente americano Joe Biden, democratico, secondo cui la Russia ha interferito in Italia sul referendum costituzionale di un anno fa. Secondo quanto riportato da La Stampa, insomma, sul clamoroso tonfo del 4 dicembre 2016, quando il 60% degli italiani bocciò la riforma del governo Renzi, ci sarebbe stato lo zampino del Cremlino. La tesi, sostenuta da tempo dai dem americani e a ruota dal Pd nostrano, è nota: la Russia e i suoi servizi segreti dopo aver aiutato Donald Trump a vincere le elezioni americane, starebbero cercando di inquinare la politica europea per favorire le forze euro-scettiche e anti-sistema e mettere in crisi la stabilità dell'Unione europea. In Italia, in particolare, questa la manfrina, a trarne beneficio sarebbero i partiti considerati più "vicini" a Vladimir Putin come il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la Lega Nord di Matteo Salvini, tra i più attivi un anno fa nella campagna per il No al referendum e che, secondo questi presunti report, potrebbero godere di appoggi russi anche tra pochi mesi, alle elezioni politiche. Di sostanza, nell'accusa ce n'è poca. Di dettagli specifici ancora meno. L'unico è quando Biden riferisce che nell'autunno del 2016 il dipartimento di Stato inviò una missione a Roma per informare l'ambasciata di Via Veneto sui sospetti di ingerenze del Cremlino. Sospetti, appunto. Un po' poco per gridare al complotto.