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Renzi disperato, sono insulti: "Berlusconi Mister Spread. Grasso e Boldrini come Fini"

Giulio Bucchi
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"Mai un'alleanza con Silvio Berlusconi, Mr. Spread". Un Matteo Renzi sempre più in difficoltà sceglie la via del sarcasmo nella sua intervista a Repubblica per ridimensionare il leader di Forza Italia che tutti i sondaggi danno in clamorosa ascesa. Ma sbaglia, come sempre più spesso gli è capitato da due anni a questa parte, sia i modi sia i tempi. La sua uscita infatti, come sottolinea Renato Brunetta (che lo chiama "un po' sfigato"), arriva proprio nel giorno in cui si viene a sapere che a Milano è stata aperta un'inchiesta su Deutsche Bank per la ben poco chiara vicenda dello spread, il famoso "golpe finanziario" del 2011 che portò alla caduta del governo Berlusconi. "La fase zen" del segretario Pd, insomma, è finita. "Si deve lottare casa per casa, ai dirigenti del Pd dico che non tollererò chi si rassegna al primo sondaggio negativo. Si può vincere". "Berlusconi è bravissimo a camuffarsi - esordisce Renzi - In questa campagna elettorale sembra un passante. Ma ce lo ricordiamo vero che lui è il principale responsabile di questi lustri? Che lui è Mister Spread? Che sta ripromettendo le stesse cose del 1994 perché non le ha mai fatte? E le uniche promesse mantenute, dall'Imu all'Irap, gliele abbiamo realizzate noi. Io non contesto ciò che Berlusconi ha fatto, contesto ciò che Berlusconi non ha fatto. Il referendum lo ha fatto risorgere, ma avevamo detto che sarebbe accaduto, no?". Dimentica le coalizioni (quella di centrosinistra è inesistente), Renzi, e si consola così: "La contesa per il primo partito è tra noi e il M5s", peccato che serva a poco, visto che il Pd da solo difficilmente supererà quota 26%. Forse anche per questo attacca i nuovi "traditori" Laura Boldrini e Pietro Grasso, definendo "sorprendente" la loro scesa in campo e accomunandoli niente meno che a Gianfranco Fini: "I loro predecessori non hanno brillato nelle urne. Ogni voto a Liberi e uguali è regalato alla destra".

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