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Retroscena: "Non lo farò mai", pressing selvaggio. Si sta per votare e ci provano: il "vaffa" di Gentiloni

Eliana Giusto
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La possibilità di uno "stallo elettorale" ha spinto Silvio Berlusconi a sperare in un Gentiloni-bis per tornare poi di nuovo al voto in autunno. Ma in ogni caso, l'attuale presidente del Consiglio - insieme ai suoi ministri - dovrà dimettersi all'atto di insediamento del governo e incassare in voto di fiducia. Una riconferma però non è così scontata, né da una parte né dall'altra. Riporta il Messaggero, che ci sono tensioni fortissime. Gentiloni raccoglie comunque molti apprezzamenti, anche in chiave anti-Renzi. Eppure Gentiloni è "renziano": sconfitto alle primarie 2013 del Pd come sindaco di Roma, è stato candidato alla Camera come "rottamatore", è stato ministro degli Esteri nel governo Renzi e poi premier indicato dallo stesso Renzi. Ergo, vanno escluse mosse non concordate con il segretario del Pd. L'idea di liste con suo nome (come desidererebbero alcuni centristi ed ex di Pisapia) non piacciono affatto al premier. Il Quirinale è molto preoccupato. Nel 2013 ci vollero 127 giorni per trovare la quadra e formare l'esecutivo di Enrico Letta e ora potrebbero servirne molto di più. Anche perché per Sergio Mattarella ci sono poche figure di garanzia da spendere dopo il voto per un eventuale governo del Presidente, considerata anche la scelta del presidente del Senato Pietro Grasso di scendere in campo.

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