Mario Monti, torna lo spettro del governo tecnico: così FI e Pd sono pronti a un altro governo Gentiloni
C'è uno spettro che aleggia tra le stanze dei leader dei partiti, tutti terrorizzati solo all'idea di pronunciarne il nome. Il fantasma è il "governo tecnico", ipotesi tornata prepotentemente in auge dopo che gli ultimi sondaggi hanno cancellato ogni dubbio su chi potrà vincere le elezioni con il nuovo Rosetellum. I numeri parlano chiaro, questa nuova legge elettorale non garantirà a nessun partito i seggi in Parlamento necessari per votare in autonomia la fiducia a un proprio governo. Leggi anche: Cav e Salvini, il sondaggio che li spinge all'alleanza impensabile Le analisi nelle mani di Silvio Berlusconi vanno proprio in questa direzione. Non a caso, ricostruisce un retroscena del Corriere della sera, sin dai primi vagiti di campagna elettorale non c'è stato un solo attacco degno di tale nome tra esponenti di Forza Italia e quelli del Partito democratico. Sono tutti concentrati sul nemico comune, il Movimento Cinque stelle, perché comune potrebbe essere la sorte che li accomunerà dopo l'esito del voto. Davanti alle coalizioni di centrodestra e centrosinistra ci sono strade obbligate. La prima è appunto la formazione di un governo tecnico, un incubo già sperimentato con tormento nel 2011, quando affidarono la poltrona di Palazzo Chigi a Mario Monti. Le cosiddette larghe intese usurarono il consenso di tutti i partiti che sostennero quell'esecutivo, un massacro che oggi nessuna forza politica sarebbe in grado di reggere a lungo. Leggi anche: Lo scenario peggiore, al prossimo governo arriva lui: attenti alle vostre tasche Per questo l'ipotesi più accreditata tra le segreterie dem e forziste è quella del "governo del presidente", di certo con un premier politico come Paolo Gentiloni, che succederebbe a se stesso, ma con una squadra di governo meno marcata dalla presenza degli esponenti Pd. Con questa soluzione, ci potrebbero essere i numeri per arrivare all'approvazione di un'altra legge di Stabilità, così da evitare le sanzioni del'Europa che spezzerebbero le gambe all'economia italiana. Per mettere in pratica questo piano però al Cav servirà anche l'aiuto di Fratelli d'Italia e Lega, il che complica ulteriormente le cose, lasciando immaginare che i tempi perché si veda un altro governo di chiara natura politica saranno sempre più lunghi.