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Elezioni, quanti voti valgono i social network: parla l'esperto

Giovanni Ruggiero
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Le elezioni politiche del 4 marzo saranno influenzate dai social network ben più delle precedenti. Se non altro perché la quantità di utenti che li usano in Italia è aumentata rispetto al 2013 e perché il tema delle bufale sembra appassionare molto, almeno gli addetti ai lavori. Ma alla fine dei giochi, si possono vincere le elezioni grazie alla campagna elettorale fatta su Facebook e Twitter? Secondo Gianluca Giansante, docente di sociologia della comunicazione politica all'Università Luiss di Roma prova a chiarire il primo equivoco: "Pensare che i social network possano produrre di per sé consensi è un errore. Ma certamente - dice al Giorno - contribuiscono in maniera decisiva al risultato finale". Leggi anche: Sondaggio, effetto Berlusconi: trascina Forza Italia Da profili e bacheche di politici e militanti nascono notizie e storie che diventano argomento di dibattito tra opposti schieramenti, rimbalzando tra i favorevoli e contrari in una inevitabile amplificazione di certi fatti, spesso marginali, rispetto ad altri più importanti. Quel che è certo al prof. Giansante è che i social: "funzionano da agenti mobilitatori, fidelizzano i tuoi, li motivano, li orientano ancora di più in modo che a loro volta influenzino meglio e di più altre persone, oltre che incentivano i singoli ad andare a votare. Sono un fondamentale elemento di stimolo alla partecipazione". In base alle caratteristiche del Rosatellum, i candidati nei collegi uninominali non possono permettersi di sbagliare un colpo sui social, i margini di errore sono ridottissimi visto che, aggiunge Giansante: "Ci saranno collegi assegnati per pochi voti. Ogni piccolo spostamento sarà rilevantissimo".

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