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Luigi Di Maio, lo scenario apocalittico: governo con Pd senza Renzi e Liberi e uguali, Di Pietro premier

Giulio Bucchi
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Contrordine: il governo di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle, ribattezzato da Silvio Berlusconi "governo dei magistrati", non sarà retto da Pier Camillo Davigo. Peggio: a Palazzo Chigi, secondo un retroscena del sempre molto ben informato Joda sul Giornale, potrebbe arrivare niente meno che Antonio Di Pietro. Un incubo a occhi aperti per Silvio Berlusconi, ma anche per Matteo Renzi. Per approfondire leggi anche: "Se vincono i 5 Stelle...", cosa sa Berlusconi Lo scenario, più che plausibile, è quello di una impossibilità a formare un nuovo governo secondo le alleanze che si sono presentate al voto. E così, dal 5 marzo, riprenderebbe il valzer delle consultazioni con una maggioranza-Frankenstein formata da un Pd che avrebbe scaricato Renzi dopo il disastro elettorale (magari dopo un dato eclatante, e concreto, di un partito piombato intorno al 20%), Liberi e uguali (che altro non aspettano se non la caduta di Matteo) e il Movimento 5 Stelle primo partito. L'ex magistrato di Mani Pulite è giudicato da molti il "pontiere ideale" tra le varie anime della sinistra. Non a caso, scrive il Giornale, alla richiesta di Tonino di venire candidato in un collegio uninominale del Molise per Pd e LeU, Renzi avrebbe risposto con una "sceneggiata" ai più favorevoli tra i dem: "Col cavolo! Finché ci sono io, niente! Non se ne parla! Né in alleanza con Liberi e Uguali, né da solo con noi".

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