Luigi Di Maio, la rabbia contro Beppe Grillo che lo sminuisce. Loro smentiscono, ma a Pescara...
Nel M5s la confusione regna sovrana. Non soltanto per la ridicolaggine delle parlamentarie, ma anche per lo scontro al vertice: Beppe Grillo contro il candidato premier Luigi Di Maio. Il primo che smentisce il secondo, chiudendo le porte ad ogni alleanza, proprio quando Di Maio va in giro dicendo che dopo il voto i grillini, se non raggiungessero il 40%, cercherebbero di stringere intese. Insomma, una evidente frizione. Che i due hanno provato a smentire sui social, parlando di "invenzione dei media". Insomma, sempre tutta colpa dei giornalisti. "Nessuna frattura tra noi due", dicono. Leggi anche: Sanremo, la canzone con cui Di Maio verrà disintegrato Eppure, su La Stampa, ci si imbatte in una ricostruzione assai diversa. Una ricostruzione che dà conto dell'ira di Di Maio contro il padre nobile del movimento, che di fatto lo ha smentito. Una risposta, infatti, è arrivata anche a La7: "Caro Beppe - ha affermato Di Maio -, è la legge elettorale che ci costringe ad aprire agli altri partiti, perché da soli non avremo la maggioranza". Dichiarazioni che scavano un solco tra i due, sempre più distanti: Grillo, di fatto, frena Di Maio e quest'ultimo reagisce. La Stampa dà conto di un Di Maio "spiazzato come lo sono i parlamentari riuniti a Pescara", dove "ci si esercita nell'arte tutta grillina di esegesi del Grillo-pensiero". Ma c'è poco da interpretare: nei fatti, Grillo - dato in uscita dal M5s - è tornato a rivendicare una sua centralità, a costo di sminuire il candidato premier col vizio del congiuntivo sbagliato.