Silvio Berlusconi, il centrodestra si è svegliato e dà un calcio all'Europa
È nato. Era ora. Speriamo stia in piedi e cominci a camminare. Il programma del centrodestra, firmato giovedì sera dai tre leader della coalizione, Berlusconi, Meloni e Salvini, in rigoroso ordine alfabetico, è una buona notizia. Significa che, per quanto in competizione tra loro, anche dura, secondo la logica del sistema proporzionale, le tre principali forze del centrodestra hanno una visione comune e originale di come guidare l' Italia. È già molto, specie se si guarda dalle altre parti. La sinistra è ormai ufficialmente divisa in due partiti, i postcomunisti e il Pd, a sua volta diviso tra chi crede ancora a Renzi e chi non vede l' ora di toglierselo di torno. Leggi anche: Il programma del centrodestra: i 10 punti firmati da Berlusconi, Salvini e Meloni Le faide si riversano poi nei contenuti: più Europa, meno Europa, immigrati sì ma con giudizio, anzi no dentro tutti, tasse da tagliare ma anche da aumentare, tutelare i diritti dei lavoratori ma levare le regole, tagliare le spese ma dare soldi a tutti. Chi ci capisce, è bravo. I grillini pure dicono tutto e il suo contrario ma almeno non sono divisi, sebbene la prima cosa fatta da Grillo alla sua rentrée sia stata smentire il suo candidato premier, Di Maio. Rispetto al Pd, si intuisce però meglio la strategia: promettere un futuro a chi non ha speranze senza preoccuparsi di come garantirglielo e raccogliere consenso da chi ancora si illude che siano una forza di protesta. L' analisi del quadro generale è la spiegazione per cui a noi di Libero fa particolarmente piacere la notizia dell' accordo di Forza Italia, Lega e Fratelli d' Italia sul programma. Se qualcuno può combinare qualcosa, sempre che dopo le elezioni ci sia un vincitore, eventualità molto remota, questo è il centrodestra. Almeno negli intenti, lì remano tutti dalla stessa parte e hanno capito di poter contare solo su loro stessi e che pertanto non vale la pena stare ad ascoltare troppo gli altri. La novità principale infatti è l' atteggiamento nei confronti della Ue, sintetizzato nel capitolo «Meno vincoli dall' Europa». In buona sostanza il Cavaliere, dopo essere stato riaccolto dalle cancellerie del continente come il salvatore della patria italica, ha fatto capire di non aver dimenticato di essere stato mandato a casa sei anni fa da un complotto di banche e palazzi perché non voleva chinare il capo dinanzi alle richieste di Bruxelles, dei tedeschi e dei francesi. Basta austerità fine a se stessa e imposta da fuori, gli interessi e le leggi italiane prima di quelle europee. Insomma, le persone e le nostre aziende, devono venire prima dei trattati fatti apposta per danneggiarci e che ormai tutti i Paesi europei ritengono sballati. Quanto all' immigrazione, visto che nessuno ci aiuta e anzi i Paesi vicini, dopo aver fatto fuori Gheddafi e riempito il Mediterraneo di barconi destabilizzando tutto il Medio Oriente e il Nord Africa, blindano i confini, facciamo da noi, senza che gli altri stabiliscano il numero di profughi che dobbiamo accogliere e come. In più, i minibot, ovverosia una sorta di moneta parallela, per saldare i crediti delle aziende con la Pubblica Amministrazione. È un primo calcio al dio euro, non destinato a produrre conseguenze negative. Tutte cose che noi di Libero diciamo da anni e che, malgrado l' accusa di essere proposte sovraniste, sono state sottoscritte anche da Forza Italia. Evidentemente, messa com' è e completamente screditata agli occhi dei cittadini, l' Europa dei burocrati oggi fa meno paura. Per il resto, il programma ripropone i grandi cavalli di battaglia del centrodestra. Soprattutto in tema tasse, dove la generica promessa di una riduzione del carico è stata sostituita con la proposta dell' aliquota unica, già sperimentata con successo in molti Paesi europei, per liberare più risorse all' economia. La novità, suggerita dai sondaggi che fotografano un elettorato smarrito e bisognoso di protezione, è l' attenzione al sociale che accompagna la proposta liberista. Dall' aumento delle pensioni, al sostegno alle famiglie con figli, si cerca di tutelare le fasce deboli. Il progetto sulla carta comporta un aumento della spesa pubblica, il che significa che per trovare i soldi bisognerà smettere di buttarli via. E in Italia ci sono ampi margini di lavoro su questo. Primo tra tutti, lo stop alla concessione indiscriminata della protezione umanitaria, con i relativi sussidi, anche a chi non ne ha diritto. Infine la sicurezza, dalla legittima difesa allo stop agli sconti di pena indiscriminati, all' estensione dei poteri delle forze dell' ordine. Se si aggiunge che un intero capitolo è dedicato all' autonomia, si comprende che le schermaglie tra Berlusconi, Salvini e Meloni stanno nel gioco della competizione interna ma sulla carta non hanno trovato spazio. Il che non garantisce che il 5 marzo il giocattolo non si romperà, però ci spinge almeno a non augurarcelo. Promesse elettorali ne fanno tutti e a questo giro, dopo otto anni di crisi, tutti hanno sparato grosso, al punto che a volte si sarebbe tentati di sperare che nessuno vinca, perché chissà altrimenti dove si trovano i soldi per mantenerle. Diciamo che, rispetto agli altri, quelle del centrodestra sono sparate meno ad minchiam, e uno straccio di progetto comune si intravede. Se alla Merkel e a Bruxelles non piace, stavolta ce ne faremo una ragione. Tanto sono scesi dal pulpito. di Pietro Senaldi