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Matteo Renzi, la bomba dentro il Pd. Orlando: "Dateci i seggi o non ci presentiamo alle elezioni"

Giulio Bucchi
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Soltanto una ventina do posti sicuri in lista. L'offerta di Matteo Renzi alla "minoranza" del Pd è sembrata al ministro della Giustizia Andrea Orlando una vera e propria provocazione. Altro che programmi, linee-guida e prospettive di alleanze: alla fine, al Nazareno, si finisce sempre per accapigliarsi sulle poltrone da assegnare. E così gli orlandiani sono sul piede di guerra e il ministro, come riferisce un retroscena del Corriere della Sera, alla riunione dei suoi parlamentari sarebbe passato direttamente alle minacce: "Se continua a comportarsi così, le liste se le fa con chi vuole ma non con noi. Noi non ci candidiamo e non facciamo campagna elettorale. Voteremo per il Pd, certo, ma faremo gli spettatori". Per approfondire leggi anche: "La candidiamo lì", dove Renzi blinda la Boschi Una prima, clamorosa forma di protesta potrebbe arrivare già venerdì alla direzione dem, con l'ipotesi di disertare la riunione. E pensare che pochi giorni fa, nel loro faccia a faccia, Orlando sembrava aver trovato l'accordo con Renzi: "Noi vogliamo il 20 per cento dei seggi (la percentuale ottenuta al congresso, ndr), siamo disposti a conteggiare anche quelli contendibili, non solo quelli di fascia A. Si può pure scendere a 19, 18. E se tu, come mi dici, vuoi mettere dieci esponenti della società civile, sono pronto a farmene carico proporzionalmente". Una "proposta ragionevole" che al momento di stilare le liste si è sciolta come neve al sole. A cambiare le carte in tavola, infatti, c'è un sondaggio (terrificante) che gira sulle scrivanie dei vertici Pd: il partito è dato al 23,2%, sono finiti i tempi delle vacche grasse.

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