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Sergio Mattarella dopo Macerata, il diktat ai leader: "Abbassate i toni". Ma non lo ascoltano

Andrea Tempestini
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Dopo i fatti di Macerata, la sparatoria contro gli africani di Luca Traini, si è fatto molto notare il silenzio di Sergio Mattarella: neppure una parole. Così come non ha telefonato alla madre di Pamela Mastropietro, la ragazza fatta a pezzi proprio a Macerata, una circostanza, quest'ultima, che ha spinto Giorgia Meloni a spendersi in un duro attacco al capo dello Stato. Ma come mai un simile silenzio sulla sparatoria nelle Marche? La decisione, secondo fonti del Quirinale, sarebbe dovuta alla volontà di fare "decantare il clima", renderlo meno incandescente, evitando ogni polemica, soprattutto nel bel mezzo della campagna elettorale. Leggi anche: Mattarella cancella Mussolini: le parole sul fascismo Eppure - rivela Repubblica - Mattarella in un altro modo è intervenuto. Ha infatti chiesto di essere informato passo dopo passo sulla vicenda, ma soprattutto ha chiesto a Paolo Gentiloni di non soffiare sul fuoco. E non solo, ha fatto recapitare medesima richiesta ai leader dei principali partiti. Insomma, dal Quirinale è arrivato un invito ad abbassare i toni. Una richiesta che, comunque, può avere un peso sulla campagna elettorale. Un intervento non troppo gradito dal centrodestra, come dimostra l'escalation di attacchi contro il Colle: non solo la Meloni, ma anche, indirettamente, Matteo Salvini, che sulla questione di Macerata ha scelto di intervenire a gamba tesa. Stessa scelta per Silvio Berlusconi, che al Tg5 ha alzato l'asticella annunciando il rimpatrio di 600mila irregolari.

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