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Laura Boldrini, il fallimento umano: ha già dimenticato fascismo e antifascismo

Giulio Bucchi
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La tragedia di una politica ridicola, parafrasando Bernardo Bertolucci. Laura Boldrini si è svegliata il 5 marzo, dopo il voto che ha sancito il fallimento di Liberi e Uguali (e la sua elezione alla Camera, da ripescata) cancellando direttamente l'unico argomento su cui ha fondato la sua campagna elettorale: fascismo e antifascismo. Leggi anche: "Imbarazzanti, a casa". Cacciari massacra i big di Liberi e Uguali Nella lettera-confessione a Repubblica, la ormai ex presidenta di Montecitorio parla da leader di sinistra: "C'è un paese che più dell'Italia ha bisogno di una forza progressista nei fatti e non nelle parole capace di promuovere equità e giustizia sociale, lavoro e un vivere dignitoso per tutti?. La risposta è no. In Italia una forza del genere dovrebbe avere ampio consenso e invece i risultati del 4 marzo dicono che per cercare le risposte ai bisogni quotidiani di milioni di persone l' elettorato guarda altrove". Tutto molto bello ma, come sottolinea anche il Tempo, viene da chiedersi perché ai suoi potenziali elettori non abbia parlato di questo, e delle soluzioni da prendere, anziché ripetere a ogni comizio la favoletta dell'onda nera e del rigurgito fascista. Roba da pazzi, anche risultati alla mano con CasaPound e Forza Nuova ben al di sotto dell'1%, inchiodati a irrisori "zero virgola". Una spirale perversa che ha trascinato a fondo anche la reducista Boldrini, ferma con la mente e le parole al 1945. Cosa si ricorderà della sua volata elettorale? Probabilmente solo questa frase: "Noi dobbiamo dirlo con forza: i gruppi che si rifanno a una ideologia fascista vanno sciolti. Non c'è spazio per loro in democrazia". Risultato: gli elettori hanno rischiato di lasciar fuori lei.

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